DRAGHI SUI “FURBETTI DEL VACCINO”. DISCORSO INACCETABILE

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“…uno, un po’ come dire, banalizzando, dovrebbe dire smettetela di vaccinare chi ha meno di 60 anni, smettetela di vaccinare i giovani, i ragazzi di 35 anni, psicologi di 35 anni perché sono operatori sanitari anche loro, queste platee di operatori sanitari che si allargano in questo modo. Con che coscienza un giovane o uno che comunque non è compreso nelle prenotazioni salta la lista e si fa vaccinare? Questa è la prima domanda che uno si dovrebbe fare, PRIMA DI FARLA AL GOVERNO, ALLE REGIONI, questa è la prima domanda: con che coscienza la gente salta la lista? Sapendo che lascia esposto al rischio una persona che…ha rischio concreto di morte, oppure una persona fragile?”

Eccole qua le parole di Draghi di 2 giorni fa. Come se a parlare fosse un passante al mercato e allora “piove governo ladro”. Quindi nel sapere che ci sono persone che saltano indebitamente la fila per fare il vaccino a discapito di che ne avrebbe bisogno, la fatidica domanda ce la dobbiamo fare noi, magari davanti allo specchio: “ma con che coscienza saltano la fila?”. Mica dovremmo farla al governo a alle regioni, ree di aver messo in atto un sistema che fa acqua da tutte le parti. Mica dobbiamo protestare con un sistema territoriale che permette di vaccinare chi non è in lista. Perché? Come avviene il misfatto? Il giovane senza requisiti si cala nella notte dal tetto del centro vaccinale, ruba la dose dal frigo e se la inocula da solo?

Caro Draghi dovreste guardarvi intorno, fra voi “migliori”, capire, se ci riuscite, cosa c’è che non va ed intervenire! Perché noi possiamo farci tutte le domande che vogliamo, e anche se la risposta porta alla consapevolezza di vivere in una società colma di individualismo e prevaricazioni, a poco serve l’indignazione degli onesti se chi ha il potere ed il dovere di tutelarli si nasconde dietro sloganistiche “banalità” (come lei stesso le ha definite).

Premesso che siamo per uno Stato che tuteli la salute, ma con una legislazione che garantisca la libertà individuale di scelta anche su vaccini e cure, ci permettiamo di fare un’ultima osservazione sull’esempio fatto riguardo agli psicologi 35enni, perché si rischia di cadere in una generalizzazione a discapito della categoria. Non tutti gli psicologi basano l’attività lavorativa sul ricevere, nel loro studio al super-attico di un palazzo settecentesco, giovani ricchi annoiati e frustati dal troppo avere. Molti psicologi, pur giovani, lavorano con pazienti oncologici o con i loro parenti anche dentro strutture ospedaliere o distretti. Molti psicologi, soprattutto in questo periodo di incertezze e semi-reclusione, hanno in carico pazienti con patologie importanti, pazienti in fascia fragile, sono a stretto contatto con famiglie in difficoltà nel gestire figli e genitori con malattie mentali e molte altre situazioni a rischio. Molti operatori nell’ambito della salute si vaccinano principalmente per non essere portatori del virus, a garanzia dei propri pazienti e non nell’ottica esclusiva della propria immunità.

Saluti Presidente… e buon lavoro.

Foto in evidenza di Harri Vick da Pixabay

By SACANDRO

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