GLI ITALIANI CHE PRENDEVANO SOLDI DALLA RUSSIA

Recentemente, in una trasmissione televisiva, Andrea Romano del PD ha affermato, riferendosi ad Alberto Fazolo: “io penso che lei sia stato pagato dai russi, in passato… e forse anche oggi è finanziato dai russi…”. Si è arrivati a questa esternazione partendo da una discussione apertasi sulla famosa lista di proscrizione apparsa sul Corriera della sera più di una settimana fa, in cui Alberto Fazolo figura con l’etichetta affibbiatagli di “Putiniano d’Italia”. Noi pensiamo che sia utile entrare nel merito delle questioni più che fare continue illazioni al solo scopo di screditare anticipatamente le posizioni altrui. Perché se parliamo di disinformazione il mainstrem italiano ne è così pieno che alcuni iniziano a chiedersi come abbia fatto il diavolo a morire di freddo, mentre se si parla di opinioni, soprattutto politiche, una democrazia dovrebbe occuparsi di tutelare chi dissente dando la possibilità di esporre le proprie motivazioni, affinché ognuno possa scegliere liberamente se condividerle o no.

D’altronde se dovessimo occuparci di “chi finanzia chi”, nel nostro bel Paese, la prima operazione di indagine dovrebbe essere indirizzata a capire se ci sono correlazioni, ad esempio, tra i tanti contributi spontanei elargiti da privati ai partiti e l’attribuzione di appalti, concessioni e autorizzazioni a loro favore da istituzioni dove sono presenti gli stessi partiti. Le testate giornalistiche, in buona parte, sono finanziate da gruppi di interesse nel migliore dei casi, se non addirittura di loro proprietà. La definizione di “Agenzia indipendente” poi, ci lascia a dir poco perplessi. Indipendente da chi, se lavora e guadagna su commissione? Ad esempio, la ormai famosa agenzia che rese note le foto di Bucha, da chi prende i soldi per continuare ad esistere?

Vabbè, torniamo al titolo del nostro articolo. In realtà dobbiamo ammettere che effettivamente non sono pochi gli italiani che prendevano soldi dalla Patria di Putin. Italiani che avevano sviluppato una fitta rete con la Russia arrivando a costituire quello che si potrebbe definire un vero e proprio “apparato”. La rete era commerciale e l’apparato era un intero comparto economico. Stiamo parlando dei tanti imprenditori e dei tantissimi produttori e lavoratori italiani che riuscivano a campare grazie ai rapporti di import/export con la Federazione Russia. In questo caso non è stato necessario l’intervento dei servizi segreti, è bastato rispondere “Si signore” a Biden e alla sua proposta di sanzioni. Così si è arrivati a scovare e punire quella parte di popolazione che percepiva si, soldi dalla Russia, ma guadagnati onestamente, dopo anni di lavoro e sacrifici in funzione di un mercato che viene ancora chiamato (forse sarcasticamente) libero. Ecco, forse il dibattito televisivo, giornalistico e politico, dovrebbe occuparsi dei guadagni che certamente non arrivano più nelle tasche di onesti lavoratori, anziché di quelli che poco probabilmente arriverebbero in tasca a coloro che dissentono dal governo Draghi.

Foto in evidenza di Maria_Domnina da Pixabay

By SACANDRO

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