Non siamo abituati a prendere come riferimento per i nostri articoli le discussioni nei programmi televisivi, ma probabilmente è ora di farlo, per rompere il muro della narrazione funzionale al pensiero unico. L’intervista di Corrado Formigli a Michele Santoro su La7, nel programma Piazza Pulita del 31 marzo scorso, ci spinge a riflessioni ben precise. Ci troviamo a condividere gran parte delle posizioni assunte da Santoro riguardo alla guerra in Ucraina, ma quello che ci lascia più perplessi sono alcune tesi esplicitate da Formigli, che afferma: “Qui c’è un popolo unito, in Ucraina” e “l’Ucraina era un Paese in pace, era un paese che era democratico e pacifico”, facendo poi delle considerazioni sul fatto che raggiungere un accordo con Putin equivarrebbe a regalare territorio ucraino. Frequentemente nei programmi televisivi, e dai “politici che contano”, sentiamo dire che Crimea e Donbass fanno parte dell’Ucraina e che non possono essere ceduti semplicemente alla Russia. Ci occupiamo da tempo della situazione in quella parte del mondo e qualcosa proprio non torna. Viene troppo spesso usata un’ambiguità insopportabile nel racconto della realtà.
1) L’Ucraina non era affatto un Paese pacifico, altrimenti non si spiegherebbero i bombardamenti e l’azione militare contro lo stesso Donbass che è in atto da otto anni e che hanno causato più di 16000 morti. Vittime che non erano soldati russi invasori e oppressori, ma civili tra cui donne, bambini e anziani. 2) C’è bisogno che i molti “cervelloni”, neo-esperti geopolitici, si chiarifichino le idee. La Crimea e il Donbass sono parte integrante dell’Ucraina come nazione? Se la risposta è si, il popolo ucraino non è affatto unito, anzi è diviso su posizioni che potremmo definire entrambi legittime, ma che pongono le basi sulle quali poggiano la Guerra Civile in essere da anni. Le diversità di prospettiva contrappongono l’europeismo e il supposto spontaneo atlantismo di una parte degli ucraini alle altrettanto valide posizioni filo-russe o indipendentiste dell’altra parte degli ucraini. Se la risposta è no, si può affermare che il popolo ucraino potrebbe essere unito, ma va da se che si considerino Crimea e Donbass non appartenenti all’Ucraina (che ha un governo eletto senza espressione di voto di quei territori), quindi ne rimane ingiustificata la loro attribuzione. 3) I punti riguardanti l’area in questione per un accordo di Pace, ritenuti irricevibili dal governo ucraino e dalla Nato, a seguito delle posizioni del governo degli Stati Uniti (che non può evitare di metter bocca sulle questioni europee), non lo sono affatto. L’Italia e gli altri Paesi dell’Unione Europea devono svincolarsi dalle logiche di Biden e affermare che è giusto ascoltare il volere di chi vive, cresce i propri figli, ha vissuto e vivrà in quelle terre. Proporre un accordo a Putin che preveda, in risposta al cessate il fuoco, un referendum popolare, sotto l’osservazione dell’ONU a garanzia del normale svolgimento delle operazioni elettorali, che sancisca definitivamente il futuro della Crimea e del Donbass con i riconoscimenti bi-partizan che ne conseguiranno. La Pace è facile! Per chi la vuole veramente!
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By SACANDRO