In uno dei più famosi film di Francesco Nuti, “Caruso Pascosky di padre polacco”, c’è una scena in cui il protagonista afferma che la “mortadella è comunista, il prosciutto democristiano, e così via (link allo spezzone su yutube. Si raccomanda di vedere la scenetta con parsimonia perché potrebbe causare loop mentali, a chi scrive è già capitato)
Era il 1988 ed uno dei più grandi comici italiani, in uno slancio satirico predisse l’idea per cui la politica dei partiti potesse esclusivamente rappresentare in fondo solo alcuni modi di essere o di porsi, un po’ come fece anche Gaber qualche anno dopo, nei primi anni novanta con la canzone “Che cos’è la destra, cos’è la sinistra” (link finestra youtube).
Il pensiero che la politica dei partiti, o delle “fazioni” da tifoseria politicante, avesse poco a che vedere con la realtà che la gente vive quotidianamente, era ovvio da tempo, ma che questi problemi sono completamente fuorviati o sovrapposti da notiziole o piccole polemiche inutili, è qualcosa di evidente solo oggi, proprio attraverso i social network, dove i problemi e le emergenze reali, anche quelle palesi, vengono soffocate da stucchevoli comunicati a volte anche sbagliati.

Accade qui in uno dei tanti paesi colpiti dalla “doppia sfiga” provocata dalla crisi post sisma 2016, da cui ancora non si è usciti affatto, e quella attuale della pandemia, che gli elementi preposti a rappresentare suddette comunità in crisi si “spizzichino” su questioni secondarie evitando di concentrarsi su quelle importanti.

Per questi motivi non possiamo esimerci dal commentare una polemica inutile accaduta nel comune di Matelica. Ci riferiamo al batti e ribatti sui talloncini delle lampade votive non pagate, guarda caso, uscita fuori attraverso post sui social e comunicati stampa, proprio quando la piccola frazione di Braccano viene presa d’assalto dai turisti della domenica, lasciando a se stessi gli abitanti del piccolo borgo, senza proporre nulla per ottimizzare la gestione del territorio, visti i flussi di prossimità che rischiano di distruggere in termini di eccessivo traffico e sovraffollamento il caratteristico paesino dipinto.
A tal proposito vorremmo formulare una proposta che potrebbe essere utile sia per regolamentare l’affluenza a Braccano e conseguentemente anche nella vicina faggeta di Canfaito, dove è scoppiato il foto walking per il foliage solo da poco tempo. Convinti del fatto che sia molto positivo che ci sia un’identità finalmente riconosciuta, grazie a fattori naturali ed artistici (rispettivamente boschi, fauna e arte), crediamo fortemente che sia ora di iniziare a gestire i visitatori che si recano in visita nei weekend in gran numero rischiando di porre un disequilibrio ecologico notevole dell’intera area.

A nostro avviso è un obbligo istituzionale prioritario regolare i flussi di visitatori predisponendo una viabilità ridotta nella frazione, in caso di sovraffollamento, oltre ad un eco-sostenibile aumento dei servizi agevolanti la visita del borgo con la predisposizione di parcheggi temporanei (anche a pagamento) agli ingressi, chiudendo al traffico tutto il centro abitato, almeno nei weekend con la conseguente messa a disposizione (magari in affitto) di mezzi ciclabili elettrici che, fra l’altro rappresenterebbero una disponibilità di servizio anche per chi intende proseguire la scampagnata fino alla riserva naturale del monte San Vicino. Tutto ciò per limitare drasticamente il numero di mezzi a combustione nei fine settimana che arrivano all’ingresso della “riserva” e scongiurare gli evidenti disequilibri ecologici ed ambientali che si stanno verificando adesso.
Sarebbe opportuno stimolare l’apertura di altri punti di accoglienza e ristoro, magari attraverso convenzioni con gli abitanti per visite guidate, creazione di piccoli souvenir artigianali, ospitate di artisti selezionati in base alle caratteristiche del posto, e altri servizi che potrebbero rendere appetibile nel medio lungo termine il caratteristico borghetto.
Ci sentiamo in dovere civico, morale ed ecologico di lanciare questa proposta e ci auguriamo che possa essere presa in seria considerazione con estrema urgenza dalle istituzioni preposte.
Siamo convinti e consapevoli che una buona gestione dei flussi turistici rappresenta l’unica svolta reale all’economia dell’intero territorio, e, se gestita a dovere, non sarebbe invasiva, mentre purtroppo adesso è solo un costo per l’intera comunità.
Lapide commemorativa don Enrico Pocognoni
Lasciare con l’amaro in bocca i visitatori imbottigliati in interminabili file non è un bel biglietto da visita del territorio in questione, viceversa dare l’opportunità di accedere alla frazione in maniera organizzata e soprattutto gestita, significherebbe lasciare un bel ricordo, trasferire sensazioni positive e far tornare a casa le persone con la soddisfazione di aver visitato una zona accogliente e che offre servizi. Si eviterebbero tutte quelle conseguenze negative che si stanno verificando attualmente.
La politica, specialmente quella locale, per non rivelarsi satirica, dovrebbe risolvere questi problemi, stanziando i dovuti investimenti e traendone punti di forza e di vantaggio, altrimenti diventa naturale che i cittadini siano portati ad avere dubbi enormi sull’agire politico, specie se arriva a dibattere sui gabelli dei morti senza curarsi dei vivi.

Non da ultimo ci viene da domandarci: se la mortadella è comunista e il prosciutto è democristiano, …. il ciauscolo?
by COSTY