Nel nostro giro alla scoperta dei candidati alle regionali 2020, ci siamo soffermati a fare delle domande a Loredana Riccio, candidata con il Partito Democratico alle elezioni regionali Marche.
1. Il potenziamento del CUP regionale costituisce lo strumento più efficace per abbattere le lunghe liste d’attesa in sanità o propone altri interventi a tale scopo?
Il CUP unico è stato avviato al fine di garantire un’offerta completa a tutti i Marchigiani e, unitamente alla definizione delle Classi di Priorità delle prestazioni, classificate in base all’urgenza e alla “congruità” del tempo di erogazione (U-B-D-P e Controlli successivi) ha consentito di garantire l’erogazione entro i tempi stabiliti almeno per le prestazioni con tempi più stretti. Una criticità seria, però, si è avuta per i Controlli successivi e per le prestazioni a lungo termine (Programmabili). Evidenzio che il territorio di riferimento, inizialmente individuato nell’intera Regione, è stato limitato all’Area Vasta di riferimento e alle AAVV adiacenti. Il principio, a mio avviso, era ed è giusto ma si è “inciampato” nell’organizzazione e in lcune procedure arrivando, in taluni casi (come durante e successivamente al Covid), letteralmente a bloccarsi, determinando gravi disservizi. L’intera impostazione, a mio avviso, deve essere rivisitata, puntando di più sulle prenotazioni e pagamenti on line e, soprattutto, individuando modalità per garantire l’erogazione di prestazioni senza allontanarsi troppo dal luogo di residenza. Le risorse dell’UE e, spero, del MES rappresenteranno una concreta occasione per investire sul servizio prenotazioni che è alla base dell’ACCESSO alle prestazioni, vera criticità della nostra Sanità che, di contro, esprime una buona, e in taluni casi “eccellente”, qualità.
2. Per il potenziamento dei servizi in ambito sanitario propone una maggiore presenza del privato convenzionato?
Abbiamo visto col Covid quanto sia importante avere una sanità pubblica efficiente ed efficace. Gli aspetti relativi alle convenzioni col privato dovranno essere rivisti in base a criteri oggettivi di miglioramento dei servizi in generale.
3. La nostra associazione ha chiesto con forza, presentando anche una mozione ai comuni interessati, che la nuova discarica in provincia di Macerata non venga istallata nel cratere sismico. Qual è la sua posizione a riguardo e quali sono le sue proposte per lo smaltimento rifiuti in futuro?
Vista la situazione di estrema crisi nei comuni compresi nel cratere del sisma 2016, vista la crisi economica generale acuita anche dalla pandemia, ospitare una discarica nei comuni compresi nel cratere del sisma è da scongiurare. L’ho ribadito più volte e in diverse occasioni, queste zone hanno bisogno di far ripartire un’economia a misura d’uomo, di ristabilire il tessuto economico sociale che sia in grado di riportare in questi luoghi, una rinnovata socialità. C’è bisogno di attenzione verso le aziende artigianali, ripristinare tutti gli aspetti di unicità locali che sono attrattivi di una Regione che sia vicina alle esigenze di questi scrigni di autenticità; ho impostato gran parte della campagna elettorale anche con piccoli clip video che vanno a valorizzare e far conoscere i piccoli centri del nostro meraviglioso entroterra. Mortificarli con la realizzazione di una discarica sarebbe decretarne la loro fine sia sotto l’aspetto turistico ma anche quello umorale degli abitanti che invece hanno bisogno di estremo coraggio e speranza nel futuro. La politica, quella buona, pensa anche a questo, ha una visione del territorio ampia e rivolta al futuro. Immagino un futuro in cui i rifiuti selezionati, diventino sempre più una risorsa e non continua minaccia per l’ambiente. Serve ancora molta sensibilizzazione verso il cittadino, occorre incentivarlo con meccanismi di premialità che vadano ad incoraggiare la raccolta differenziata spinta ma serve anche una nuova consapevolezza negli acquisti e nello scegliere soluzioni che valorizzino le piccole aziende del territorio. Occorrerebbe infatti coinvolgere anche loro nelle scelte sull’educazione ambientale ad esempio promuovendo contest o situazioni che mentre fanno conoscere le aziende agricole e gli allevamenti, promuovano un consumo consapevole privo o quasi di imballaggi e plastiche dannosi per i nostri mari e fiumi e per gli animali che li popolano.

4. Le piccole attività commerciali non riescono a competere con i grandi centri di distribuzione e la vendita online. Proporrà un intervento della Regione a supporto di un modello che tuteli queste realtà minori?
La Regione deve attivarsi nell’individuazione dei servizi commerciali in difficoltà soprattutto partendo da quelli essenziali. L’online di certo è un vantaggio ma è anche vero che il mercato lo fanno per la maggior parte due o tre gruppi multinazionali. Oltre ad una concorrenza feroce rispetto alle piccole realtà locali, secondo me c’è anche il rischio concreto di un’omologazione dell’offerta di mercato, quindi diventa essenziale prevedere un’attenzione particolare alle piccole “filiere” di commercio locale, attraverso due capisaldi: unicità di prodotto e servizio reso alle comunità locali specialmente nelle zone a bassa densità di popolazione. Ricordo infatti che andare nella “bottega” nei nostri centri storici significa anche socializzazione, è occasione di incontro e relazione. In questo senso bisognerà organizzarsi per essere da supporto al commercio locale attraverso strumenti di ausilio mirati che dovranno prevedere queste priorità. Occorre mappare l’esistente, vedere anche realtà virtuose di altri territori e metterle in pratica con i dovuti accorgimenti, nei nostri.
5. Molti giovani e non più giovani, non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro rincorrendo contratti stagionali o da precari sottopagati. Cosa può fare la Regione?
Può intervenire nella fase di inserimento attraverso convenzioni con le aziende, progetti regionali, alcuni di questi in atto, migliorandoli soprattutto eliminando il più possibile gli aspetti burocratici legati all’inserimento lavorativo, operando sgravi fiscali mantenendo le tutele per il lavoratore attraverso i controlli. Su questo aspetto sono importanti anche tutti gli interventi a favore della creazione di imprese, start up con un occhio mirato all’agricoltura di qualità dove gli ausili pubblici dovranno prevedere controlli fattuali prima che fiscali soprattutto alle imprese costituite dai giovani.
6. Quali interventi sul breve periodo devono essere fatti per potenziare il settore turistico?
Pianificazione adeguata dell’offerta turistica e della comunicazione su tutto il territorio specialmente le aree che subiscono lo spopolamento. Da una parte questo sarà utile per scongiurare l’eccessivo incremento di flussi nei weekend soprattutto nelle aree a vincolo paesaggistico favorendo un riequilibrio con le aree meno conosciute. In tal senso si potrebbero pensare una serie di eventi stabili, integrazione fattiva dell’offerta turistica delle sagre o eventi storici, mostre e quant’altro possa incoraggiare un incremento degli arrivi soprattutto nelle aree interne, dall’ Italia e dal mondo, pandemia permettendo, cercando di incoraggiare il valore aggiunto dato da una buona gestione dell’accoglienza turistica dei territori stessi. In questo senso bisognerà lavorare a stretto contatto con tutti gli operatori, guide, alberghi, agriturismo, bed and breakfast, artigiani peculiari e artisti.

7. Come si concilia la necessità di nuove infrastrutture con la tutela dell’ambiente?
Operando scelte oculate sulla costruzione delle stesse infrastrutture, cercando di evitare gli errori nei tracciati a volte fatti in passato.
8. Un’ultima domanda che non riguarda direttamente le regionali, ma che sentiamo di doverle fare: come voterà al referendum sul taglio dei parlamentari?
NO
Ringraziamo Loredana Riccio per la disponibilità
by COSTY