Nel nostro giro alla scoperta dei candidati alle regionali 2020, ci siamo soffermati a fare delle domande a Roberto Mancini, candidato Presidente della regione Marche.
1. Il potenziamento del CUP regionale costituisce lo strumento più efficace per abbattere le lunghe liste d’attesa in sanità o propone altri interventi a tale scopo?
Le liste di attesa si combattono facendo assunzioni di personale (medico, infermieristico e tecnico)ed aprendo nuove strutture sanitarie (poliambulatori).
2. Per il potenziamento dei servizi in ambito sanitario propone una maggiore presenza del privato convenzionato?
No, bisogna far funzionare il servizio pubblico. Far funzionare male il servizio pubblico è il solito trucco per poi dire che serve aprire al privato.
3. La nostra associazione ha chiesto con forza, presentando anche una mozione ai comuni interessati, che la nuova discarica in provincia di Macerata non venga installata nel cratere sismico. Qual è la sua posizione a riguardo e quali sono le sue proposte per lo smaltimento rifiuti in futuro?
Il piano regionale dei rifiuti è ormai di prossima scadenza (2021) e dovrà essere riscritto. Non si tratterà, secondo noi, di una semplice rivisitazione/aggiornamento, ma di una vera e propria stesura alla luce della nuova direttiva europea sull’economia circolare. Il nuovo approccio, che va oltre l’obiettivo del Riciclaggio, persino oltre quello della Simbiosi Industriale, dovrà necessariamente fissare nuove previsioni di impianti, siano essi di Trattamento Meccanico Biologico (TMB), discarica, biogas, compostaggio, riciclaggio. La riduzione del volume dei rifiuti e il miglioramento della loro merceologia (possibilità di riciclaggio) dovrà essere costantemente perseguito. potrebbero servire meno impianti e potrebbero essere di diversa tipologia e/o collocazione. Inoltre dovranno essere ampliati i limiti a tutela di abitati e singole abitazioni. Ma soprattutto dovranno essere rafforzati i processi di condivisione delle scelte con la popolazione. Il parere dell’Assemblea Territoriale di Ambito (ATA) non è sufficiente in quanto si limita a sentire i Sindaci e non coinvolge i comitati e le associazioni per le tutele dell’ambiente e del paesaggio. Non si tratta qui e ora di dire qui sì e qui no, bisogna definire piuttosto un metodo nuovo, che non imponga ma ascolti e faccia proprie le considerazioni di chi vive nel territorio.

4. Le piccole attività commerciali non riescono a competere con i grandi centri di distribuzione e la vendita online. Proporrà un intervento della Regione a supporto di un modello che tuteli queste realtà minori?
Centri di grande distribuzione ce ne sono fin troppi e si dovranno rivedere i piani del commercio affinché non si prevedano nuovi insediamenti. Quanto al contenimento della vendita on-line gli strumenti sono meno diretti e possono puntare sulla valorizzazione del piccolo commercio favorendo la loro messa in rete a livello comunale e sovra-comunale.
5. Molti giovani e non più giovani, non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro rincorrendo contratti stagionali o da precari sottopagati. Cosa può fare la Regione?
La prima azione deve essere quella di riattivare e potenziare i centri per l’impiego e devono essere previste azioni di monitoraggio dei contratti.
6. Quali interventi sul breve periodo devono essere fatti per potenziare il settore turistico?
Potenziare questo settore significa oggi renderlo più resistente agli imprevisti. Questo nel breve periodo sembra avere piccoli effetti, ma ne ha di grandi a medio e lungo termine. Va premiato il turismo di qualità, quello che non punta ai grandi numeri e ai picchi stagionali, ma alla costanza nel tempo dell’utenza. La regione deve promuovere quel turismo che si fa rispettoso dell’ambiente e del territorio e anzi baluardo verso il suo degrado. Tutto il contrario del turismo mordi fuggi che vorrebbe chi sostiene il progetto delle grandi navi da crociera al porto storico di Ancona. Quello è un turismo che arricchisce i pochi e impoverisce i più.
7. Come si concilia la necessità di nuove infrastrutture con la tutela dell’ambiente?
C’è infrastruttura e infrastruttura. Le prime infrastrutture che servono sono per noi la messa in sicurezza del territorio. Ogni intervento volto a ridurre le emissioni di gas climalteranti e volto a bloccare il consumo di suolo (anzi a recuperare suolo tramite bonifiche, rimboschimenti, transizione dall’agricoltura industriale a quella biologica che lentamente rigenera il suolo, ecc. ) è una infrastruttura verso il futuro. Vanno poi messe in sicurezza le infrastrutture esistenti (ponti e viadotti). Vanno recuperati i vecchi tracciati ferroviari dismessi e proposte soluzioni di mobilità collettiva elettrificata e piste ciclabili. Complessivamente si dovrà ridurre la necessità di spostamenti. Il riequilibrio urbanistico tra zone montane e zone costiere avrà anche questo beneficio. Il miglioramento delle infrastrutture informatiche (internet veloce ovunque) e l’adozione di nuove procedure amministrative a partire dall’ente regionale, ridurrà anch’esso la frequenza e l’intensità degli spostamenti.

8. Un’ultima domanda che non riguarda direttamente le regionali, ma che sentiamo di doverle fare: come voterà al referendum sul taglio dei parlamentari?
“Dipende da Noi” si oppone nettamente al disegno di tagliare un terzo della rappresentanza parlamentare e si schiera con forza dalla parte del NO al referendum. In modo scorretto esso è stato associato alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre, così non pochi saranno distratti rispetto alla posta in gioco. L’idea che il Parlamento sia inutile, che sia un costo da tagliare, che vada sostituito con consultazioni on line prepara esiti autoritari e va nella direzione del populismo e del presidenzialismo. Questo sì, in un Paese come l’Italia, significa favorire le forze neofasciste. Abbiamo bisogno non certo di ridurre la rappresentanza, ma di renderla effettiva integrandola con la democrazia partecipata sui territori. Se fosse approvata la riduzione dei parlamentari, l’effetto sarebbe quello di avere rappresentanti più distanti dai cittadini e più manovrabili dai capi di “partiti” ridotti a meri gruppi di potere. Come si vede, capita spesso che le istituzioni democratiche siano gestite da chi non crede nella democrazia. Perciò l’impegno alle elezioni per la Regione e quello per il NO al referendum convergono in un unico atto di responsabilità. Più saremo consapevoli delle ragioni profonde di quello che insieme stiamo costruendo e più la nostra azione porterà frutti alle Marche, dunque indirettamente a tutto il Paese.
Ringraziamo Roberto Mancini e la lista Dipende da Noi per aver risposto alle nostre domande.
by SACANDRO