Finalmente un po’ di Pace per l’Ecuador, forse…, sperando non si tratti solo di una tregua momentanea. Dopo 18 giorni di manifestazioni e scioperi delle popolazioni indigene, ma anche di buona parte della popolazione con studenti, lavoratori e sostenitori dei diritti alla salute e all’istruzione, è stato firmato l’accordo. Un accordo tra il governo neoliberista ed estrattivista di Lasso e le organizzazioni sociali promotrici della protesta, giunto dopo scontri violenti in piazza. Il tentativo di repressione da parte del governo ecuadoriano non ha avuto successo, grazie alla caparbietà del fronte popolare capeggiato dalla CONAIE (Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador). In realtà la battaglia politica e di piazza era già iniziata nel 2019 (https://itidealia.com/tag/ecuador/), con in carica il governo Moreno. Le rivendicazioni popolari hanno le stesse basi di allora, quelle di opporsi ad una politica dettata dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) e dalle banche. Una politica che favorisce la finanza a discapito delle classi sociali più deboli e atta da destrutturare il sistema pubblico a vantaggio delle privatizzazioni. Una politica che aggredisce il lavoro e le risorse del Paese, creando e aggravando discriminazioni interne tra fasce di popolazione. I fatti dell’ottobre 2019 portarono ad una sorta di “stallo”, che tra tensioni sempre presenti, ha comunque garantito un rallentamento dell’aggressione neoliberista. Le elezioni del 2021 sembrava potessero essere lo spartiacque definitivo per il ritorno a una politica solidale, ma ciò che si pensava improbabile è divenuto realtà e dopo un ballottaggio dove le forze di sinistra non hanno saputo compattarsi, Lasso è salito al potere pur con un parlamento a lui ostile. Il riacutizzarsi delle problematiche sociali è sfociato nuovamente in piazza, e anche stavolta, come in passato, il governo ha usato il pugno duro.

Dal 2019 ad oggi, repressione, morti, feriti e violenze, ma ora basta! Almeno si spera. I dieci punti posti dal movimento indigeno sul tavolo di trattativa (inizialmente respinti da Lasso) sono alla base dell’accordo. Salute, istruzione, controllo dei prezzi, abbassamento dei prezzi del carburante, protezione di aree territoriali e alcune riforme sostanziali. Temi centrali che il governo si è impegnato a discutere con la garanzia di rendere operative le soluzioni entro 90 giorni. Novanta giorni al termine dei quali il CONAIE si è detto pronto a continuare la Lotta di Resistenza, se non saranno raggiunte soluzioni eque e giuste come promesso dai governanti.
Per quanto ci riguarda siamo vicini alla lotta popolare, che è speranza non solo per l’Ecuador, ma per tutti quei Paesi, come il nostro, che pur in condizioni privilegiate rispetto ad altri, subisce scelte politiche visibilmente imposte da poteri terzi.
Viva l’ECUADOR! Grazie CONAIE!
Foto in evidenza di Kurious da Pixabay
By SACANDRO