LAURA SALVUCCI, CANDIDATA ALLE COMUNALI DI TOLENTINO!

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Laura Salvucci, candidata nella lista “TOLENTINO RINASCE” a sostegno del candidato Sindaco Massimo D’Este per le prossime elezioni comunali di giugno 2022, risponde alle nostre domande.

Chi è Laura Salvucci e perché ha deciso di candidarsi? Sono nata a Tolentino, classe 1980, cresciuta in una famiglia matriarcale in una campagna incontaminata e con l’idea che il rispetto verso gli altri e la giustizia ambientale siano valori universali e imprescindibili. Le mie passioni sono state la scuola e la pallavolo fino all’età di 18 anni. Mi sono trasferita a Perugia dove mi sono laureata in “Comunicazioni internazionali”, per poi iniziare a viaggiare all’estero fra Irlanda e Spagna sia per studio che per lavoro, portando con me gli insegnamenti dei miei nonni, necessari in momenti difficili per sorridere alla vita. Sono rientrata a Tolentino perché nostalgica e ho frequentato un Master all’università di Macerata in “Relazioni commerciali con i paesi dell’Est” che mi ha portato a trovare un lavoro di prestigio presso una multinazionale con sede a Bologna, dove ho vissuto per circa 7 anni. Sono di nuovo tornata a Tolentino nel 2011, dopo la nascita della mia prima figlia Maria Elena, capendo l’importanza di una rete sociale e di una famiglia su cui poter contare quando si è mammalavoratrice in Italia. Sono stata impiegata, come addetta al customer care e gestione dei claims aziendali, per 9 anni in un’azienda di Matelica. Nel 2015 è nata la mia seconda figlia Penelope. L’anno scorso, per via di vari motivi famigliari, di salute e lavorativi, ho ripensato la mia vita partendo da una visione post pandemica secondo cui “you only live once” ed ho deciso di voler ricominciare da un percorso formativo in ambito turistico organizzato da Regione Marche e Istao, che mi ha rilasciato la qualifica di “Tecnica del marketing del Turismo”. Adoro cucinare e mangiare bene, leggere biografie e trascorrere momenti esclusivi con le mie figlie. Il tesoro più grande di cui dispongo sono i ricordi dei luoghi che ho avuto modo di vivere e visitare e le tante persone che ho conosciuto negli anni: colleghi e amici con cui ci sosteniamo da sempre nonostante le distanze e la frenesia del quotidiano. Non ho semplicemente deciso di candidarmi, ho scelto di candidarmi sostenendo Massimo D’Este. Ritrovo in Massimo i valori in cui credo: è una persona libera da pregiudizi e a favore di una politica solidale e giusta. Massimo ha la capacità di sapersi mettere nei panni degli altri e questo è necessario per gestire le priorità in maniera onesta e trasparente. Massimo ha saputo creare un gruppo con persone appassionate e competenti. Se vogliamo cambiare le cose non è sufficiente lamentarsi, ma è necessario partecipare. Perché non esistono cause perse finché c’è qualcuno che le combatte ancora: INCLUSIONE, PARITA’ DI GENERE E LAVORO, VOCE AI GIOVANI, AMBIENTE, SCUOLA E RICERCA, per questo mi sono candidata. Massimo D’Este è l’unica alternativa possibile alla situazione attuale: è come una boccata di ossigeno, è la speranza di un futuro per tutti.

In molti comuni colpiti dal sisma del 2016, i centri storici fanno fatica a riaffermarsi come
riferimento turistico pur essendo fulcro del patrimonio artistico-culturale. Cosa c’è da fare?
È vero, in generale i centri storici sia di grandi città che di borghi, stanno subendo un massivo spopolamento. In aree interne come quelle colpite dal sisma il problema è ancor più evidente, soprattutto con le politiche portate avanti fin d’ora che hanno incentivato la creazione di spazi urbani delocalizzati e scollegati fra loro: Zona Pace prettamente commerciale, Zona industriale, zona artigianale Le Grazie, centro storico. Dobbiamo immaginare SOLUZIONI INTEGRATE sia per il residente che per il turista, altrimenti alcune aree andranno abbandonate e altre intensificheranno l’espansione con conseguente depauperamento del territorio. Dobbiamo assolutamente interiorizzare il concetto che il TURISTA è cambiato: cerca un’OFFERTA SOSTENIBILE ED ESPERIENZIALE. Questo vale sia per il turismo di prossimità, ma ancor più se si vogliono attirare turisti dall’estero. Nell’ottica di creare esperienze turistiche vincenti, bisogna mappare sia le unicità del comune di Tolentino (dal centro storico alle aree periferiche), sia fare rete con tutte le eccellenze territoriali di cui siamo circondati. Per quanto riguarda Tolentino si può già contare su un TURISMO RELIGIOSO E CULTURALE proprio del centro storico, rafforzando le proposte già esistenti con lo sviluppo del progetto “DIAMO UNA CASA AGLI OLTRE 40MILA LIBRI DELLA NOSTRA CITTÀ” e di un INFOPOINT FISICO E DIGITALE che faccia da connettore fra le varie realtà coinvolte per avere sempre certezza del passaggio degli autobus e degli orari, degli itinerari tematici e delle disponibilità ricettive. Il recupero ed acquisizione nel quartiere Fondaccio e Montecavallo di edifici abbandonati da destinare a vari servizi in un’ottica di qualità del Centro Storico. Per contrastare anche il fenomeno dello spopolamento del Centro, si vuole ribadire l’importanza del vivere in comunità. In vista della ristrutturazione/ricostruzione post sismica, è importante progettare in un’ottica di RICETTIVITA’ DIFFUSA, per poter ospitare turisti che avranno modo di essere ospiti-residenti per qualche giorno nella nostra comunità. A Tolentino è altrettanto importante spingere sul TURISMO INDUSTRIALE di eccellenza (mettendo a sistema le tante aziende che si sviluppano nella nostra periferia) legato al settore della lavorazione del pellame e alla creazione di prodotti di lusso esportati in tutto il mondo. E’ da progettare la riqualificazione della zona “Conce” in rete con il Museo che dovrà sorgere presso l’ex Conceria Mercorelli. In vista del futuro recupero dell’edificio dell’ex conceria, si vorrebbe rigenerare l’intera area per far sì che i vari edifici interagiscano tra loro e creino un unico complesso, cosicché il valore patrimoniale delle strutture coinvolte potrà essere un valore aggiunto anche turistico per la nostra città. Infine è fondamentale legare Tolentino all’offerta turistica circostante per proporre un’offerta integrata e “anti-fragile”: la nostra città è a metà fra il mare e la montagna, lungo l’asse ferroviario e con la superstrada che la costeggia; inoltre possiede i servizi di una media città, con zone verdi di immensa bellezza nei dintorni come l’Abbadia di Fiastra e il Parco dei Sibillini, con lo sviluppo di un PROGETTO DI MOBILITÀ DOLCE E SOSTENIBILE, ossia la messa a disposizione di mezzi sostitutivi dei veicoli privati per accedere al centro con facilità o per il noleggio in modo da poter vistare in autonomia le aree di interesse. Potendo contare su tutti questi fattori, Tolentino deve assolutamente pendersi l’onere di fare da punto di riferimento per diverse tipologie di viaggiatori. Se consideriamo la Marca Maceratese, Tolentino per la sua posizione logistica strategica e per la sua ricchezza economica dovrebbe sostenere gli altri Comuni della provincia, senza presunzione o arroganza, ma con la convinzione che FARE RETE È L’UNICA ALTERNATIVA PER SOPRAVVIVERE TUTTI e per essere attrattivi ai fini turistici.

Laura Salvucci

Scuole dell’infanzia e scuole primarie. Quale organizzazione prospettate, anche in base alla
collocazione delle strutture?
La scuola non può e non deve essere un argomento di discussione solo in campagna elettorale. La scuola è una cosa seria, non si può parlare di scuola in funzione di numeri e soldi, come fosse un’impresa o qualsiasi altra realtà commerciale da cui trarre profitto. La scuola è molto di più: gravitano molti attori attorno a questo ambiente: dagli insegnati, al personale amministrativo, dai genitori a bambinə e ragazzə e tutti hanno esigenze proprie e definite da gestire. Questi ultimi sono l’anima che rendono viva e che danno un senso alla scuola e per questo devono poter usufruire di ambienti adatti all’apprendimento e non solo. Gli spazi devono dare l’opportunità di crescere in un ambiente SICURO E INCLUSIVO prima di tutto, oltre che STIMOLANTE E RICREATIVO. Perché SICURO E INCLUSIVO? Perché in un territorio sismico come il nostro la sicurezza è la prima tutela che deve essere garantita a bambinə e a ragazzə. Inclusivo perché la scuola deve assicurare che nessuno rimanga indietro, l’accessibilità fisica e anche sociale parte proprio da strutture scolastiche idonee alla partecipazione di chi le frequenta. Perché STIMOLANTE E RICREATIVO? Perché non si parla solo di mura e banchi, ma si parla di insegnati che “crescono il futuro”: i nostri bambinə e ragazzə. Non è pensabile lavorare con passione in ambienti precari e inadatti e lo stesso vale per gli/le alunnə che potranno imparare e sviluppare il
proprio sé, solo in strutture che diano la possibilità di concentrarsi sulla crescita formativa e personale, senza distrazioni o disagi dovuti a fattori esogeni. In una cittadina come Tolentino che prevede sia la presenza di scuole dell’infanzia e primarie, sia di scuole superiori, l’edilizia scolastica va pianificata con tutti gli enti provinciali/regionali/nazionali per un ripristino armonioso a tutti i livelli, sia transitorio che a lungo termine. La priorità della coalizione “Tolentino Città Aperta” è far sì che gli studenti abbiano sedi adeguate, dignitose e sicure in attesa della costruzione del Campus delle scuole superiori che, ormai è noto, non avverrà prima di parecchi anni. La scelta di portare studenti e studentesse in periferia in piena zona commerciale, situazione in cui si trovano da ben cinque anni, non può essere ulteriormente perseguita. Considerati i fondi assegnati al Comune per l’edilizia scolastica post sisma, è necessario e indifferibile recuperare gli edifici già esistenti e perfettamente integrati nel tessuto urbano del centro storico di Tolentino. Il programma politico di “Tolentino Città aperta” prevede il recupero dell’edificio Don Bosco e la conservazione della sede scolastica nel Centro storico e il recupero dell’edificio degli ex-Licei come sede transitoria per la ricostruzione a venire delle varie realtà scolastiche tolentinati.

Le politiche ambientali possono costituire una delle fondamenta per lo sviluppo economico della città? I tempi sono cambiati e sono soprattutto i/le giovanə ad essere sensibili verso tematiche legate alla salvaguardia del territorio. Sviluppo industriale e cambiamento climatico sono problemi globali e non si può avere la presunzione di risolverli all’interno di un solo paese e con soluzioni ormai obsolete. Le classi imprenditoriali di generazioni precedenti hanno avuto il grande merito di creare ricchezza industriale a Tolentino e in generale ovunque, senza però portare avanti politiche ambientali lungimiranti. Per questo è di cruciale importanza la collaborazione intergenerazionale: noi abbiamo il dovere morale di dare ai/alle ragazzə tutti gli strumenti formativi necessari per sviluppare nuove idee e processi che siano riparatori, green, accessibili, applicabili. Il futuro è dei giovani e tocca a loro progettarlo in maniera equa e sostenibile dal momento che la nostra generazione, in maniera presuntuosa ed arrogante, ha trascurato e poco compreso l’importanza delle politiche ambientali, mettendo a rischio l’intero sistema. Nel frattempo la coalizione “Tolentino città aperta” ha progettato di adottare alcune buone pratiche per iniziare a muoversi verso la direzione giusta, come:

  • la creazione di GIARDINI E ORTI SOCIALI sulle rive del Chienti. I terreni lungo il fiume potrebbero essere arricchiti inserendo dei veri e propri “orti sociali”, da coltivare in condivisione, e “giardini sociali”, che diventerebbero spazi dal valore non solo naturalistico e urbanistico, ma anche sociale, andando ad arricchire la nostra città di luoghi in al servizio di attività quali la terapia occupazionale, l’inserimento lavorativo di ragazzi diversamente abili e altre iniziative capaci di migliorare la qualità della vita dei Cittadini;
  • integrare AUTOBUS ELETTRICI al progetto di mobilità ecosostenibile, insieme all’ottimizzazione degli attuali mezzi, per evitare corse senza passeggeri e ridurre le emissioni;
  • la piantumazione di 50 ALBERI OGNI ANNO per incrementare l’area verde di Tolentino nell’ottica di messa a sistema, anche in termini di riduzione delle isole di calore.
  • sarà necessario rendere il COMUNE LIBERO DALL’USO DEI PESTICIDI sia per la pulizia dalle
    erbacce da parte degli uffici comunali, che da parte dei privati in campagna con interventi alternativi. Andranno quindi promosse iniziative per l’estensione di un’agricoltura biologica.
  • verranno sostenuti tutti i PROGETTI DI EDUCAZIONE AMBIENTALE nelle scuole di ogni ordine e grado, anche perché bambinə e giovanə educati a una coscienza ambientalista saranno in grado di capovolgere le sorti.
  • ogni attenzione sarà rivolta a informare costantemente e chiaramente i cittadini sulle norme
    della RACCOLTA DIFFERENZIATA per incrementarla ed iniziare una politica di progressiva
    diminuzione dei rifiuti.
  • verrà sostenuto lo sviluppo di COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI: PRODUCI, CONDIVIDI, RISPARMIA, per mezzo del quale la produzione di energia sarà sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale. L’ASSM deve funzionare come una municipalizzata. Deve essere un’azienda al servizio della città, che investa nei servizi a favore della comunità, migliorando le reti, come quella idrica. L’azienda andrà ad ampliare l’attività che già porta avanti in termini di produzione di energia, secondo un percorso virtuoso che si avvalga delle opportunità date dai bandi e dai fondi pubblici disponibili, in coerenza con le politiche nazionali sul risparmio energetico, sull’energia sostenibile e sulla transizione ecologica. In particolare si darà attuazione alla normativa nazionale sulle comunità energetiche che saranno progettate per produrre energia attraverso nuovi impianti, senza dismettere quelli già presenti a Tolentino. Per mezzo dell’ASSM si punta all’ottimizzazione delle risorse già disponibili e ad un contestuale incremento della produzione, per ottenere l’obiettivo dell’indipendenza energetica. Le Comunità energetiche rinnovabili (REC), ispirate dalla Direttiva europea RED II 2001/2018 e recepite già nel 2019 dalla normativa nazionale, sono associazioni di cittadini, imprese ed enti locali che decidono di unirsi con l’obiettivo di dotarsi di impianti per la produzione, l’autoconsumo e la condivisione di energia prodotta da fonti rinnovabili, con una evidente e importante ricaduta sulla sfera sociale ed economica. La ASSM può essere il soggetto attuatore di tale obiettivo strategico della città, realizzando una nuova modalità di pensare la produzione e la condivisione di energia a livello locale, unendo l’aspetto dell’ecosostenibilità con quello della sostenibilità economica. Gli impianti fotovoltaici possono essere installati su qualunque tetto o infrastruttura prevista dalle norme vigenti, sia essa privata o pubblica, incluse aree non edificate, tetti di edifici pubblici, serre ed edifici agricoli. L’obiettivo è quello di ottenere risparmi per il cittadinoutente, che possono arrivare al 30% della bolletta.

Come intendete favorire le attività sportive? Prevedete interventi riguardo alla piscina e al
palazzetto dello sport?
“Tolentino Città Aperta” punta all’istituzione di tavoli di confronto permanenti con tutte le associazioni sportive, sempre in un’ottica che veda l’amministrazione come facilitatrice nell’organizzazione di eventi anche nelle aree pubbliche della città, a partire da piazze e strade. Non si può dimenticare l’importanza delle organizzazioni sportive che promuovono la cultura dello SPORT come fonte di CRESCITA PERSONALE, SOCIALE E PROFESSIONALE. Per quanto riguarda le strutture sportive a Tolentino mi vorrei concentrare sulla piscina comunale che ha un ruolo importante sia per la nostra comunità che per i centri limitrofi. Oltre all’attività agonistica di nuoto e pallanuoto, c’è un articolato programma di corsi che interessa ogni fascia di età, dai bambini agli anziani. Corsi che permettono la sostenibilità della struttura e garantiscono un
servizio di forte valenza sociale. La pandemia ha creato una situazione di grave difficoltà, comune a
tutte le realtà simili in ogni regione, che nel caso di Tolentino è acuita dall’aumento incontrollato dei
costi dell’energia. Un impianto del genere è infatti particolarmente energivoro, trattandosi di una
costruzione ormai piuttosto datata e bisognosa di aggiornamenti. Investire nell’aggiornamento della struttura secondo i più avanzati criteri tecnologici, significa migliorare l’offerta dei servizi alla
popolazione e garantirne la sopravvivenza per gli anni a venire. L’ampliamento della vasca esistente
(da 25 a 33m) e la realizzazione di due vasche più piccole per ampliare l’offerta dei corsi (dal neonatale alle terapie), l’utilizzo delle più avanzate soluzioni di edilizia sostenibile e il ricorso alle
Comunità Energetiche Rinnovabili sono la soluzione ideale per superare la crisi attuale e diventare un importante riferimento per Tolentino e l’entroterra. E se poi avessimo la lungimiranza di accostare giovani talenti del sport e non solo, a nuovi mondi? Esistono start-up che stanno avviando progetti che legano talenti e NFTs, sarebbe geniale puntare sulle capacità di giovani tolentinati e tecnologia. Immaginate questo: investite 2 o 3 euro per supportare un atleta e ricevete indietro un NFT che rappresenta il sogno di questo talento; più la carriera dell’atleta cresce, più cresce il valore del Vostro NFT, quindi non solo avete fatto del bene, ma avete un asset che può crescere di valore nel tempo. Esistono realtà che stanno lavorando in questo senso, basterebbe mettere in contatto i nostri talenti con start-up di questo tipo.

La rete dei servizi sanitari essenziali sul territorio, che non può più contare sulla centralità dell’ospedale, va mantenuta e potenziata o è necessario attuare un modello con più articolazioni? La coalizione “Tolentino città aperta” prevede di coniugare a livello sanitario due realtà: la Casa di
comunità e l’Ospedale di comunità. La città di Tolentino rientra tra quelle in possesso degli standard strutturali territoriali richiesti per ospitare una “Casa di comunità”, l’AGENAS – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali – ha individuato ben 1288 “Case della salute” in Italia, di cui 32 nelle Marche. Tra esse vi è Tolentino. Ha inoltre ricevuto dall’ASUR l’autorizzazione e l’accreditamento per ospitare un’offerta sanitaria che include sia i servizi tipici della “Casa di comunità”, sia quelli propri dell’Ospedale di comunità. Per i finanziamenti sarà necessario attingere a quelli del PNRR, del Sistema Sanitario nazionale e Regionale, oltre ai fondi già ottenuti post sisma per la Ricostruzione per finanziare totalmente la nuova struttura ospedaliera locale. Quindi Tolentino ha tutte le condizioni per progettare e garantire un’offerta sanitaria adeguata ai bisogni del territorio. Oggi la nuova struttura è classificata come “Ospedale di Comunità” quindi polo strategico per il territorio con 50 posti letto per attività residenziale per malati cronici e assistenza medica del personale del SSN e anche come “Casa di comunità” per attività di specialistica ambulatoriale, diagnostica, servizi domiciliari sia di primo livello che di secondo livello. Quindi sarà in grado di coniugare i servizi propri della casa della comunità con quelli dell’ospedale della comunità ovvero un modello di intervento multidisciplinare, di progettazione di interventi di carattere sociale e di
integrazione sociosanitaria. Tolentino può essere un laboratorio innovativo dell’offerta sanitaria moderna dove poter fornire tutti i servizi sanitari di base anche attraverso il personale medico previsto dalla normativa attuale anche in collaborazione con i Medici di Medicina Generale e il Pediatri di Libera scelta, gli infermieri di famiglia, gli specialisti ambulatoriali e gli altri professionisti sanitari quali logopedisti, fisioterapisti, dietologi, tecnici della riabilitazione e altri. La figura chiave, accanto al personale medico dipendente, nella nuova, poliedrica struttura sarà l’INFERMIERE DI FAMIGLIA, figura già introdotta dal Decreto-legge n. 34/2020 che, grazie alle sue conoscenze e competenze specialistiche nel settore delle cure primarie e della sanità pubblica, diventa il professionista responsabile dei processi infermieristici in famiglia e Comunità. Saranno fondamentali per il potenziamento dell’ADI, assistenziale domiciliare integrata, prevedendo l’attivazione di una vera e propria rete comunale che possa rappresentare una valida alternativa, nei limiti del possibile, all’assenza di posti letto di degenza in Città. La Casa della Comunità/Ospedale della Comunità di Tolentino dovrà essere finalizzata a costituire il punto di riferimento continuativo per la popolazione, anche attraverso un’infrastruttura informatica, un punto prelievi, la strumentazione polispecialistica, e ha il fine di garantire la prevenzione della salute e la presa in carico della comunità di riferimento, anche dell’entroterra e dei comuni limitrofi
come era prima del sisma. Infatti i servizi sanitari di Tolentino garantivano un’assistenza a circa 40.000 persone. Tra i servizi inclusi sarà previsto, in particolare, il Punto Unico di Accesso (PUA) per le valutazioni multidimensionali (servizi sociosanitari) e i servizi dedicati alla TUTELA DELLA DONNA, del bambino e dei nuclei familiari secondo un approccio di MEDICINA DI GENERE.

“Il vecchietto dove lo metto” cantava Modugno. In che modo la prossima amministrazione
dovrà farsi carico delle necessità della terza età?
Nel programma di “Tolentino Rinasce” abbiamo sviluppato la parte relativa all’inclusione sociale con punti seri e irrinunciabili, che mirano al sostegno di anziani e a tutte le fasce di popolazione in difficoltà, perché nessuno rimanga indietro. Nello specifico per gli anziani è da sviluppare la residenzialità in comunità, con abitazioni indipendenti in cui possano mantenere relazioni familiari e, d’altra parte, condividere spazi e servizi. L’assistenza, invece, di anziani autosufficienti dev’essere in generale rivolta prioritariamente a
potenziare il servizio domiciliare. Presso la casa di riposo abbiamo pensato di istituire un’unità speciale di cura per soggetti affetti da patologie degenerative, capace di fornire un tipo di assistenza più qualificata e specifica rispetto allo standard tradizionale delle strutture residenziali. Si ritiene, altresì, di fondamentale importanza progettare e arredare strutture residenziali e diurne con soluzioni che abbiano, da un lato un impatto positivo sul benessere psico-fisico degli ospiti e dall’altro sulla operatività del personale stesso. È importante la contestuale individuazione di attività e spazi operativi interni ed esterni con funzione riabilitativa per i bisogni specifici di questa fascia di assistiti. È cruciale l’abbattimento delle barriere architettoniche cittadine mediante un piano comunale, in collaborazione con famiglie e associazioni, per individuare e risolvere tali emergenze. Un Comitato di cittadini volontari (formato da adulti, giovani e giovanissimi) potrebbe occuparsi d’individuare, tramite “Passeggiate senza barriere”, le varie difficoltà d’accesso che la nostra città presenta, per segnalarle all’Amministrazione comunale. Infine ci impegneremo a sostenere concretamente le famiglie e i malati di Alzheimer e i malati di demenza senile oggi abbandonati a sé stessi e costretti a sostenere dei pesi insopportabili dal punto di vista economico, fisico e psichico. A tal fine è necessario attrezzare una struttura idonea, specializzata ed esclusiva con personale specializzato e qualificato a sostegno dei bisogni dei familiari e dei malati situata in un edificio accessibile al pianoterra di una struttura ad hoc.

Un argomento, un progetto o una proposta, di cui non hai avuto occasione di parlare in risposta alle nostre domande, ma che ti sta particolarmente a cuore e di cui ti vorresti occupare personalmente se venissi eletta… In questo ultimo anno ho avviato un percorso formativo incentrato sul marketing territoriale e sul turismo sostenibile, esperienziale e culturale. In questo momento storico sembrerebbe inappropriato parlare di turismo, se questo viene concepito nella sua accezione tradizionale, ma il turismo sta cambiando sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta. In una città come Tolentino e tutte le aree interne fino ai Sibillini, colpite duramente prima dal sisma del 2016, poi dalla crisi dovuta alla pandemia e ora dalle ricadute economiche dovute allo scoppio della guerra in Ucraina, è fondamentale pensare alla ricostruzione del tessuto sociale e dell’area urbana (con i servizi annessi) in un’ottica di recupero del buon vivere al fine di poter progettare un RIPOPOLAMENTO della nostra città. L’offerta turistica deve stare al passo con le aspettative e i bisogni dei nuovi “tipi di viaggiatori”, e per essere attrattiva deve da un lato essere consapevole, moderna e resiliente, dall’altro deve rafforzare la competitività internazionale attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico di cui disponiamo, ma che non valorizziamo abbastanza. Le categorie di nuove persone che si “muovono” nel mondo hanno esigenze e bisogni che si ridefiniscono giorno per giorno. Per questo è importantissimo saper leggere il contesto per capire cosa offrire. Il tema del benessere e della felicità diventa fondamentale, come anche il bisogno di dare valore alle relazioni autentiche. Il turismo fino a ora si è occupato della gestione del tempo libero, di intrattenere, svagare persone che avevano bisogno di rigenerarsi per un breve periodo. Con la pandemia si è fortificata la tendenza per cui la posizione fisica e l’opportunità economica non coincidono più: il fenomeno dei NOMADI DIGITALI, una nuova categoria di persone che diventano TURISTI-RESIDENTI. Per dare un’idea del processo appena iniziato e già affermato, vale la pena fornire qualche numero a riguardo:
• In tutto il mondo ci sono oltre 35 milioni di persone che si definiscono nomadi digitali.
• Il valore economico della comunità globale dei nomadi digitali è stimato in $ 787.000.000.000 all’anno
• Il nomade digitale medio ha un budget mensile di $ 1.875
• In Italia pre-pandemia erano 500 mila gli smart-worker, attualmente si contano 5,35 milioni
dipendenti che lavorano da remoto.
• 50 paesi al mondo hanno già autorizzato “visti speciali” per i nomadi digitali
Di recente in Italia si è costituita “L’Associazione Italiana Nomadi Digitali”, un ente del terzo settore
che punta a promuovere il nomadismo digitale e incentivare la cultura del lavoro da remoto nel
nostro Paese con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei lavoratori. Il presidente Alberto Mattei e lo statuto della “ASSOCIAZIONE ITALIANA NOMADI DIGITALI” mirano a sostenere la crescita di un movimento di persone libere di vivere e di lavorare ovunque. L’intento è quello di costruire un network professionale a supporto di lavoratori, professionisti e imprenditori che vogliono vivere e lavorare da remoto senza vincoli di spazio e fare rete con istituzioni, amministratori locali, imprese (profit e no-profit) del settore pubblico e privato che ne condividono la visione e gli obiettivi. Tolentino avrebbe l’occasione di progettare, insieme a tutti gli stakeholder interessati, un “modello di destinazione attraente e ospitale per nomadi digitali” che possa svilupparsi in territori periferici come il nostro. Un modello che parta dalle esigenze delle comunità locali in un’ottica di sostenibilità e innovazione sociale. Il ministero della cultura nell’ambito degli investimenti del PNRR, sta avviando progetti pilota in vari ambiti di intervento al fine di contrastare lo spopolamento e incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile. In sostanza si fa perno sulla cultura e sulle tradizioni per sviluppare progetti innovativi nelle aree periferiche che mirino allo sviluppo socio economico anche per mezzo di forme di OSPITALITA’ DIFFUSA. In questi mesi sta partendo la ricostruzione privata post-terremoto, sarebbe opportuno pensarla anche in un’ottica di RICETTIVITA’ DIFFUSA che fosse fruibile in futuro sia da proprietari di seconde case e/o da nuove tipologie di viaggiatori-residenti.

Ringraziamo Laura per la disponibilità e la pazienza. Buon voto a tutti!

By SACANDRO

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