Parlare di Pace cercando di schierare l’opinione pubblica da una parte, enfatizzando l’orrore in un unico senso, vuol dire volere la guerra. Si vuole davvero la Pace se si analizza il passato, origine del conflitto, e si individua una prospettiva accettabile per il futuro lavorando in funzione di essa. In questo articolo ci occupiamo di alcune delle condizioni che hanno portato all’accettazione stessa della guerra, come unica soluzione, per una parte della popolazione che ha visto la volontaria indifferenza dell’Unione Europea. Riportiamo quindi un documento pubblicato dall’OSCE, risalente al 15 aprile 2016, un report a cura dell’organizzazione “The Foundation for The Study of Democracy”. Per chi non lo sa, l’OSCE è l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa che comprende 57 Stati partecipanti, non tutti europei, come ad esempio (guarda un po’) Stati Uniti e Canada.
Il documento in questione è un rapporto (il secondo, e scusateci, ma non siamo ancora riusciti a recuperare il primo) dal titolo lapidario “Crimini di guerra delle forze armate e delle forze di sicurezza dell’Ucraina: tortura e trattamento inumano”. In esso si afferma come premessa che i dati accumulati forniscono le basi per concludere che le torture e i trattamenti disumani inflitti dalle Forze di Sicurezza ucraine (SBU), dalle forze armate, dalla Guardia Nazionale e da altre formazioni del Ministero dell’Interno ucraino, nonché da gruppi armati illegali come Right Sector, non solo sono continuati, ma stanno crescendo e stanno diventando sistematici. Nel rapporto si parla di torture con elettricità, tramite l’annegamento controllato (waterboarding), con oggetti roventi, tramite strangolamento con la “garrota banderista”, con la somministrazione di sostanze psicotrope, ecc…, ecc…, ecc… E’ scritto anche che in alcuni casi sono stati inviati prigionieri ai campi minati e investiti con veicoli militari. Il rapporto include anche più di 200 interviste/testimonianze condotte da esperti della Fondazione dal 25 agosto 2014 al 20 gennaio 2015.
La foto in evidenza, usata come cover del documento in oggetto, ritrae una parte del corpo di Alexander Agafonov, cittadino ucraino torturato a morte dagli ufficiali SBU il 14 novembre 2014.
Sottoponiamo alla vostra attenzione tutto questo, allo scopo di sottolineare fermamente quello che il main stream liquida con sufficienza, fissando l’inizio della guerra con la data dell’invasione russa (che rimane ingiustificabile) anziché considerare quest’ultima come l’inevitabile escalation di un conflitto a bassa intensità, presente come guerra civile già da otto anni. La documentazione dell’OSCE, quella delle Nazioni Unite, quelle di organizzazioni non governative o di singoli come Anna Tuv (ospitata anche alla nostra Camera dei Deputati), sono tutte ben note ad Unione Europea e Stati Uniti, fatto che fa capire come gli eventi siano stati lasciati volutamente scorrere in sordina. Riteniamo inaccettabile che nella maggior parte dei programmi televisivi venga fatto passare il concetto che l’Ucraina sia un Paese unito, democratico e pacifico, azzerando così le motivazioni iniziali dello scontro.
By SACANDRO
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