Il 14 marzo scorso sul canale telegram Rangeloni News, il giornalista Vittorio Nicola Rangeloni, che fa reportage sulla guerra nel Donbass praticamente da quando è iniziata 8 anni fa, pubblica un video terrificante. Commenta il video attribuendosene la paternità delle riprese e asserendo che un missile balistico “Tochka U” ha colpito il centro di Donetsk uccidendo almeno 23 civili e causando molti feriti gravi. Alcuni sono anziani in coda al bancomat per ritirare la pensione. E’ l’esercito ucraino ad averlo lanciato e con questi armamenti colpisce, quasi quotidianamente, la regione del Donbass. Il video mostra tutto l’orrore della guerra, corpi a terra martoriati, gambe strappate e braccia mutilate, qualcosa di indescrivibile. La mattina del 15 marzo esce un altro articolo con stessa narrazione su https://ura.news/articles/1036284159, con la presenza di foto che mostrano il raccapricciante scenario pur non indugiando troppo nei dettagli. Una di queste foto ritrae un uomo in piedi tra le vittime con le mani sul volto per coprire disperazione e lacrime. Anche qui si afferma quindi che la tragedia è stata causata dal missile ucraino scagliato sui civili. Il 16 marzo entriamo in edicola ed ecco cosa troviamo su “La Stampa”:

La stessa identica foto dello stesso scenario, formato gigante in prima pagina, sopra di essa la scritta a grandi caratteri: “La carneficina”, ma nessun riferimento a Donetsk o all’attacco ucraino. Non viene riportato l’autore e non c’è un indicazione diretta. Intorno alla foto le scritte lasciano chiaramente intendere che quell’immagine raffiguri un attacco russo: “I russi tengono in ostaggio…”, “Così Kiev affronta l’assalto finale”, “Kiev sotto bombardamenti incessanti”, eccetera, eccetera, eccetera! Rangeloni interviene immediatamente, affermando che ricorda bene l’uomo nella foto, disperato, smarrito e scioccato di fronte al cadavere di sua moglie. Lo ricorda perché lui c’era davvero e ha filmato tutto, lui si trovava a Donetsk. Qui non si tratta di stare da una parte o dall’altra. Non ci sogniamo neanche di giustificare moralmente e umanamente l’azione militare di Putin, però vogliamo che ci venga detta la verità, perché è solo la verità che può condurci a fare tutte le considerazioni necessarie per trovare un compromesso che possa condurci alla Pace, o se non altro a uno stato di non guerra. Tutti dovremmo non solo volerla, ma pretenderla…la verità!
By SACANDRO