IL BRASILE, TRA CRISI POLITICA E PANDEMIA

Camille Relvas, traduttrice, è di famiglia italiana e iberica, ma è nata a San Paolo e vive in Brasile. Ha studiato scienze sociali e studia psicanalisi, nel tempo libero scrive poesie. Le abbiamo chiesto qual è la situazione nella sua zona, nella regione SudEst, a circa 70 km dal capoluogo San Paolo, a Campinas dove si è trasferita da poco.

Foto di 272447 da Pixabay


1. Com’è la situazione generale riguardo la gestione covid19 in Brasile?

Ogni regione in Brasile ha preso delle misure diverse, vista la grandezza continentale del Paese. L’emergenza è affrontata di modo eterogeneo. Comunque la situazione con più casi è nella città di San Paolo, (capoluogo) in Sudest. È quello che sappiamo perché si fanno più test. 


2. Visto che è molto eterogenea e che abiti nella “regione” di San Paolo, come vivi la situazione sulla pandemia dal tuo punto di vista?

Stiamo seguendo le raccomandazioni dal governatore di San Paolo e sindaco della mia città di evitare agglomerazioni ecc. Al supermercato si va con i guanti e la maschera. Però non lo fanno tutti, anzi, oggi (27/04/2020) i dati dell’isolamento sono caduti, cioè, la gente sta uscendo di più che all’inizio dell’isolamento. Tramite il cellulare, il governo controlla il distanziamento, gli operatori telefonici forniscono i dati. Caso mai ti arriva un SMS comunicando com’è la situazione nella città specifica. 


3. Le scuole sono chiuse? Le lezioni si fanno in video?

Le scuole private fanno le lezioni tramite l’App Zoom videoconferenza ed anche con il Google Class per i compiti. La scuola pubblica ha creato un App dello Stato. Le scuole sono chiuse ed hanno anticipato le vacanze agli studenti. 

4. Le attività sono aperte o chiuse?

Le farmacie, i supermercati e gli ottici sono aperti. Ci sono delle città in cui il commercio c’è più flessibilità, ma devono rispettare il distanziamento e l’uso delle maschere. Il cliente rimane fuori dal negozio per sicurezza. 

Palazzo Pamphili ambasciata del Brasile a Roma – Foto di Serghei Topor da Pixabay

5. Avete un blocco totale nella tua zona? 

No. Totale no. 

6. C’è una distanza di sicurezza da rispettare? 

Certamente. Di 1m / 1,5m tra le persone. 

7. Dovete presentare autocertificazioni per circolare per comprovate esigenze come in Italia?

Assolutamente no. 

8. C’è una oggettiva instabilità di governo? 

Oltre che la crisi del Covid, che ovviamente affetta l’economia, c’è una seria crisi politica in Brasile. Ci sono pure delle richieste per l’impeachment di Bolsonaro. 

9. La sanità è pubblica e ognuno ha il diritto di cura oppure viene gestita in maniera privata attraverso il sistema assicurativo?

Purtroppo la sanità pubblica non ha mai funzionato bene qui. Ci sono i così detti “Piani di Salute”, dove si paga al mese per i servizi. Quello non significa però che si assolvono tutte le necessità dei pazienti. 

Camille Relvas

10. La gente come sta prendendo questa emergenza?

Percepisco tanto la confusione di informazioni da una parte, quanto l’ansia e la paura dell’altra, soprattutto nei gruppi di rischio, gli anziani, e quelli che hanno qualche malattia più complessa. 

11. Cosa pensi accadrà nel  futuro prossimo? Ci sarà una recessione economica profonda oppure no? Vedi un cambio di governo all’orizzonte ? 

Tutto ciò sta già succedendo in Brasile. La nostra moneta “Real” è stata molto svalutata e la gente sta perdendo il lavoro. L’aiuto del governo di R$600,00 c’è a chi ha bisogno, comunque è molto burocratico e vergognoso! Tante persone non riescono a prelevare i soldi, e non hanno come lavorare con la pandemia. Restituire l’autonomia ad ogni cittadino è la base di qualsiasi politica che non sia corrotta.

12. Sai qualcosa degli indigeni della foresta amazzonica? Com’è la situazione? Hanno diritti? Ci sono contagiati?

C’è una visione molto romantica per quello che concerne agli “índios” del Brasile. Le loro terre sono sempre state invase, marcate, sfruttate, per favorire sia l’ndustria farmaceutica sia l’agroindustria, che è molto forte in Brasile. La verità è che della loro cultura rimane poco. La maggior parte degli “índios” sono diventati artigiani per vendere ai turisti gli articoli “fatti a mano”. C’è proprio una mancanza di rispetto nei confronti della loro identità culturale. Gli índios, oggi, vivono anche in città come qualsiasi altra persona. Comunque ecco i dati: Casi Covid Índios: 85.  Decessi Índios: 4

Ecco le fonti:   <https://covid19.socioambiental.org/>

A Manaus, capoluogo dell’Amazonas, la situazione è diventata grave. Non tutti però sono “índios”.  Ecco la fonte: Correiobraziliense.com

Un caro saluto dal Brasile. Camille Relvas.

by COSTY

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