VENDEMMIA, STRADA E TERROIR


Cosa avranno in comune questi tre termini? Vogliamo provarlo a spiegare raccontando di un fatto che ci ha lasciato spaesati.

Vendemmia, strada e Terroir. I vecchi filari di verdicchio in collina
Vendemmia, strada e Terroir. I vecchi filari di verdicchio in collina

Tutti siamo d’accordo sul fatto che il centro italia e specialmente questa zona dell’appennino centrale tra Camerino e Matelica abbia bisogno di migliori collegamenti stradali, in tanti in queste zone vorrebbero da anni vedere finalmente realizzata la fantasmagorica strada “pedemontana”. Un progetto di strada che sembra quasi una chimera, se dovessimo sostituire alle parole i fatti, avremmo chilometri e chilometri di strada nuovissima e luccicante, ma purtroppo non è così, in queste zone durante gli ultimi periodi, si possono notare solo reti arancioni a delimitarne il confine abbozzandone per tratti il profilo. Nel frattempo è terminata la vendemmia in centro Italia in quella valle dell’appennino centrale disposta da nord a sud, in posizione unica perché perpendicolare al declino dei monti verso il mare dell’est adriatico, luogo di viti, di clima mite, ma anche di problemi enormi di spopolamento e di una ricostruzione post sismica che ha lasciato macerie come forse nemmeno la guerra.

Vendemmia, strada e Terroir. In bici tra la natura

Nonostante tutto e tutti termina la raccolta delle uve con queste giornate assolate che mitizzano il clima e tolgono fatica a chi ha raccolto quei grappoli addolciti dal calore dell’ultimo sole d’autunno. Per i produttori di verdicchio di Matelica si promette un’annata discreta e di certo un buon mosto.

Mentre il succo di tutto questo lavoro entra nelle cantine dove viene messo a maturare per il vino futuro, la gente in silenzio in questi luoghi quasi nascosti dalla grande comunicazione e di certo non invasi dalle masse urlanti di turisti distruttori, continua a lavorare per quel che può, attaccandosi alla propria identità e contando solo sulle proprie mani, con pacatezza, affidandosi alle abitudini tramandate dalla tradizione, mentre cerca in solitudine per quanto possibile di ripristinare luoghi case e pensieri.

Senza l’aiuto di nessuno, ne tanto meno dell’istituzione pubblica che qui è solo fumo negli occhi, discorsi di circostanza, e poi aiuti concreti troppo spesso solo per consorzi instabili e ormai troppe poche volte a chi invece meriterebbe sostegno reale.

 Vendemmia, strada e Terroir. La varietà agricola intorno ai filari.
Vendemmia, strada e Terroir. La varietà agricola intorno ai filari.

Soprattutto adesso che si ha la sicurezza che tre anni fa quel terremoto ha solamente accelerato le proposte più discutibili dei decisori, politici e dirigenti che mirando al sogno di un collegamento intervallivo, contribuiscono esclusivamente ad una prossima probabile strada che forse non avrà mai fine, e che avrà un impatto ambientale devastante, non tanto e non solo per le proteste ambientaliste che riecheggiano nella costruzione di ogni grande opera, ma anche e soprattutto proprio per i tratti peculiari del territorio, quello che di solito qui in Italia cerchiamo solo di imitare dai cugini d’oltralpe riempiendoci la bocca di strabiliante erre moscia nel pronunciarne fieri nei convegni la parola: il “terroir”. E’ importante sottolineare che un tratto di strada prevede solcare e distruggere filari di viti di oltre 40 anni, nati insieme alla Denominazione di Origine Controllata di quel Verdicchio di Matelica che è simbolo di territorio, scelta vocazionale e consuetudine propria delle genti che questi luoghi ancora li abita. Da questi filari di vite confluirono le prime uve alla nascente cantina sociale di Matelica e Cerreto D’Esi.

Un enorme irrispettoso taglio alla tutela della biodiversità, viti che dovrebbero oggi essere eventualmente non congedate per esigenze viarie e vecchiaia ma fatte rifiorire, magari reinnestate per rispetto di una tradizione che ha raggiunto negli anni i traguardi notevoli.

  Vendemmia, strada e Terroir.  Il panorama con Matelica sullo sfondo.
Vendemmia, strada e Terroir. Il panorama con Matelica sullo sfondo.

Quindi un’assoluta mancanza di rispetto alla tutela non solo della natura, inutile ripetere i dati sull’innumerevole previsto taglio delle querce, ma anche e soprattutto di un’economia che si genera dalla natura che l’uomo lavora per effetto della tradizionale locale, uno sfregio generale in un punto di alto valore paesaggistico. Il tutto per avere forse, potenziali e futuri posti di lavoro una volta terminata la strada, ma con la certezza, nel frattempo, di ricevere in cambio una distruzione immediata di una economia vocazionale storica fra le colline di Sainale e Mistrianello a Matelica.

Risultano esserci addirittura forti perplessità che quest’opera possa risultare l’ennesima incompiuta italiana, anche viste le condizioni di crisi delle principali società che ruotano intorno alla sua realizzazione; secondo i responsabili del gruppo “Italia nostra”, bisogna essere attenti e molto vigili da questo punto di vista molto preoccupante. Per questi motivi invitiamo ad approfondire la questione evitando forme di finanziamento prese in emergenza del post sisma, perché una strada non viene prima di una casa. L’eventuale realizzazione dell’opera deve prendere in considerazione le esigenze reali della popolazione, soprattutto se queste toccano aspetti comuni a tutti come l’identità agricola di un vitigno autoctono per cui negli anni si è contribuito alla sua tutela. Infine se quest’opera risulta essere necessaria che almeno siano poste in valutazione soluzioni alternative che non impattino sulla principale vocazione agricola locale, quella del Verdicchio. In questo senso si è vicini ai comitati nati per la tutela di questi luoghi e si invita tutti a tenere gli occhi bene aperti.

By COSTY

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