“Le parole sono importanti” è una delle frasi più celebri del cinema italiano, pronunciata da Nanni Moretti nel film “Palombella rossa”. Siamo assolutamente d’accordo con Moretti, soprattutto ora che in Italia dilaga l’analfabetismo funzionale. Le parole hanno un significato e attraverso loro esprimiamo emozioni, sentimenti e pensieri. Le parole regolano la nostra vita attraverso le leggi; ci aiutano a comunicare e a capire. Non bisogna farne un uso improprio, ma conoscerle e farle diventare parte di noi, perché sono un mezzo straordinario per rapportarsi con gli altri e con il mondo. Le parole non si possono semplicemente apprendere. Vanno sussurrate, gridate, lanciate, riprese e soprattutto amate. Ma come si fa ad innamorarsi delle parole?
Chiara Nicoziani e Sara Di Chiara lo hanno capito e, tanto per cominciare, hanno dato vita a una video rubrica chiamata proprio “Amo le parole”. Abbiamo fatto qualche domanda a Chiara per saperne di più.
Chiara, cosa accade ogni domenica alle ore 12 sulla pagina facebook dell’associazione Veregrahome?
Ciao a tutti, innanzitutto ringrazio il team di Itidealia per questo spazio. Andiamo subito al sodo: tutte le domeniche alle ore 12, sulla pagina facebook dell’associazione Veregrahome, va in onda una pillola della mia rubrica “Amo le parole”. Si tratta di un vero e proprio viaggio, strutturato in 20 mini video lezioni, all’interno delle parole e della letteratura. “Le parole sono importanti”, conoscerle e saperle utilizzare correttamente nel nostro quotidiano lo è ancora di più, soprattutto in questo periodo storico. La lingua è multiforme ed in continua evoluzione: io e la mia collega Sara, abbiamo deciso di concentrarci su parole “vintage”, ovvero dimenticate, impolverate, ma ugualmente meravigliose ed affascinanti. Stiamo proseguendo in ordine alfabetico e siamo ormai a metà viaggio: abbiamo parlato di Dante, passando attraverso Pasolini, Machiavelli, Pirandello, e approfondendo ogni volta, romanzi, personaggi, aneddoti o assecondando vere e proprie suggestioni innescate dalla parola scelta.

Come è nata questa idea?
Innanzitutto due parole (giusto in tema) per presentarmi: sono laureata in filologia moderna e sono una “vintage dipendente”. Questa idea nasce dal mio amore per le parole, per il loro significato più profondo, per le loro mille sfaccettature. Ho lavorato nella comunicazione e mi è capitato di passare ore e ore a cercare quella “giusta” per esprimere un concetto o definire uno slogan. Trovo particolarmente calzante la citazione della scrittrice Susan Sontag: “Ama le parole, agonizza sulle frasi e fai attenzione al mondo”. Ecco, direi che questo è il mio mantra e, non a caso, da qui nasce l’idea della rubrica. Ho scelto Sara come mia compagna di viaggio perché condividiamo questo amore viscerale. Ci conosciamo da una vita ma il destino ha voluto che ci incontrassimo di nuovo, dopo molti anni e per puro caso, nel periodo post lockdown. L’idea della rubrica mi stava già frullando in testa e trovandomi davanti Sara ho avuto l’illuminazione: lei è una docente di lettere molto amata e stimata, soprattutto dai suoi studenti ed ho pensato che sarebbe stata perfetta per far avvicinare i più giovani a questo mondo “impolverato”. Ovviamente ha accettato ed eccoci qua. Non vi nego che sapere che i suoi alunni seguono con passione i nostri video ed utilizzano correttamente i termini nelle conversazioni è motivo di grande orgoglio!
La lingua italiana è a dir poco stupenda e ricca di vocaboli. Alcuni di essi si stanno perdendo lasciando il passo a termini importati e neologismi. Quanto vale tenere vive queste parole che definite “vintage”?
Le lingue hanno il vizio di cambiare nel tempo: la lingua che parliamo ci rappresenta e rappresenta il mondo in cui viviamo, quindi sarebbe del tutto innaturale ridurre tutto al purismo. Non sono una misoneista e non lo sono mai stata. Ritengo però che sia importantissimo tenere vive parole “vintage” nella misura in cui riescano a migliorare il nostro mondo, rendendolo più bello, accattivante ed affascinante. Senza conoscenza non c’è evoluzione: ecco perché prima le si deve conoscere e poi, si può decidere se quelle stesse parole (magari vintage) possano calzare a pennello su di noi. Dobbiamo abitarle, al fine di poter abitare, anche grazie ad esse, in modo più consapevole, noi stessi ed il mondo che ci circonda.

Ci pare di aver capito che il progetto iniziale prevedeva l’uscita di 20 video per altrettante parole; ora siete a metà dell’opera, ma una volta terminata questa esperienza pensate di proseguire, di fermarvi o di dedicarvi ad altre iniziative?
Il progetto conta 20 video, ad oggi siamo arrivate alla lettera M di “munifico”. L’iniziativa è nata in maniera del tutto naturale, senza scopo alcuno, se non quello di lasciarci trascinare dalla bellezza, divertendoci un mondo. Una volta terminata questa esperienza, presumo che ci fermeremo. Non escludiamo, più in là, la possibilità di dedicarci ad altre iniziative. Aspettiamo che scatti la scintilla, sempre.
Ringraziamo Chiara e Sara per la loro disponibilità. A chi di voi abbia dubbi sul significato di “bolgia” e “bolgetta” consigliamo di vedere questo video:
by SACANDRO