Orrore, sconcerto, sgomento, tristezza e rabbia. Questi i sentimenti che ci ha lasciato quel 3 ottobre di sette anni fa in cui persero la vita più di 350 persone nel mar Mediterraneo. Partirono due giorni prima, dal porto libico di Misurata, probabilmente col cuore pieno di speranza. Donne, uomini e bambini, di origine eritrea ed etiope, costretti a salire su quel peschereccio per sfuggire da una vita non sicura e poco dignitosa, carichi di paure e di sogni. I motori di quel peschereccio si bloccarono a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane, così, per attirare l’attenzione delle navi che passavano, l’assistente del capitano cominciò ad agitare uno straccio infuocato che produceva molto fumo; molti passeggeri si spaventarono e si spostarono in massa su un lato dell’imbarcazione causandone il rovesciamento. Dopo poco tempo il peschereccio colò a picco. Andò a fondo portandosi dietro i sogni, le speranze, le vite! Altre imbarcazioni, notati i naufraghi, hanno dato l’allarme e caricato a bordo la maggior parte dei superstiti; la guardia costiera impiegò, secondo alcune testimonianze, più di un’ora per raggiungere il luogo della tragedia.
368 morti accertati, uomini, donne e bambini.

Secondo alcuni testimoni, nel peschereccio potevano esserci “almeno” 545 passeggeri. Mouhamud Elmi Muhidin, uno dei trafficanti organizzatori del viaggio è stato condannato a 30 anni di reclusione. A 18 anni di carcere è stato condannato il capitano dell’imbarcazione, Khaled Ben-Salam, ritenuto responsabile di omicidio colposo plurimo, anche se egli si è dichiarato un semplice passeggero e non membro dell’equipaggio. Anche tutti i superstiti sono stati inseriti nel registro degli indagati e accusati di reato di clandestinità per essere entrati illegalmente in Italia, secondo le leggi sull’immigrazione vigenti nel 2013, anno dell’accaduto. Non è stata invece aperta nessuna indagine o inchiesta in merito ad eventuali errori e/o ritardi nei soccorsi. In seguito al naufragio di Lampedusa, il governo italiano guidato dal presidente del consiglio Enrico Letta, ha deciso di rafforzare il pattugliamento del canale di Sicilia autorizzando l’operazione “Mare Nostrum”, una missione militare ed umanitaria la cui finalità è prestare soccorso. Nel novembre 2014 questa operazione è stata sostituita da “Frontex Plus”, a guida UE, che punta al controllo delle frontiere senza intervenire nel soccorso umanitario. ONG, navi di MSF e altre associazioni intervengono, e non senza problemi, nel soccorso. Ma questo è un tema che affronteremo in un altro articolo. Il presidente della repubblica Giorgio Napolitano dichiarò: “provo vergogna e orrore, è necessario rivedere le leggi anti-accoglienza”. Ma quali sono queste leggi?
Legge Bossi-Fini : https://www.camera.it/parlam/uleggi/02189l.htm
Legge Turco-Napolitano: https://www.camera.it/parlam/leggi/98040l.htm
Nel 2019 è arrivato il Decreto sicurezza bis: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2019/06/14/19G00063/sg
Nel 2016 il Senato ha proclamato il 3 ottobre la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione”.
A noi questo non basta! Non basta una giornata “in memoria di”, noi non vorremmo più vedere morti in mare. Non vorremmo più vedere navi bloccate, porti chiusi e portoni sbarrati. Noi vorremmo solidarietà, sensibilità, rispetto e sdegno continuo ogni qualvolta una vita non venga rispettata. Perché non servono tragedie immani per ricordarci che la questione immigrazione va affrontata, trattata, superata e capita, ma soprattutto non è la quantità di vite interrotte in sol colpo a definire la gravità della situazione. Dal 2014 ad oggi, sono morti in mare più di 20000 migranti. Ventimila. La sensazione è che ci si sta abituando a vedere navi stracolme e persone morte annegate, ma noi non ci abitueremo mai. Perché ci si deve indignare solo quando i numeri dei morti sono elevati? Perché ci ricordiamo che in questo mare muoiono anche bambini solo quando lo vediamo in una foto? Dove finiscono queste coscienze? Non abbiamo ovviamente una risposta a queste domande, forse ognuno dovrebbe cercarle dentro di se, provando ad immedesimarsi magari e ricominciando a nutrire quell’empatia che piano piano sta scomparendo.
Vorremmo chiudere questo articolo con un piccolo asterisco, magari può tornare utile a qualcuno:
*tra i Diritti Umani troviamo:
- Diritto alla vita e ad una vita sicura;
- Abbiamo diritti ovunque siamo;
- Diritto di cercare un posto sicuro in cui vivere;
( https://itidealia.com/2019/12/09/diritti-umani-30-articoli-da-imparare-a-memoria/ )
by BARZ