Nello scorso articolo (https://itidealia.com/2025/02/12/almasri-libero-per-scelta-politica/) abbiamo spiegato quali sono le ragioni per cui pensiamo che la scelta del Governo di lasciar libero Almasri e di rimpatriarlo con tanto di volo di Stato, sia assolutamente politica. Una scelta difficile da sostenere o giustificare, anche col proprio elettorato, per una destra che usa certe parole d’ordine come cartello di propaganda. Così, come troppo spesso accade, hanno cercato di spostare la discussione su eventi collaterali, su ipotesi di complotto, sul nemico immaginario, per giocarsi la partita del consenso facendo leva sull’animo da tifoso che da sempre alberga nell’italiano medio.
La Corte Penale Internazionale ha aspettato che AlMasri entrasse in Italia per spiccare il mandato d’arresto. Poniamo che sia vero. Che lo abbia fatto apposta. E allora? Questo non legittima il fatto di aver consentito la scarcerazione di un criminale omicida, torturatore e stupratore di bambini (come da accuse) e di averlo riportato al sicuro, in patria, regalandogli la possibilità di continuare a compiere tali nefandezze. Chi si definisce “patriota” dovrebbe essere contento di aver avuto l’occasione di arrestare un criminale ritenuto pericoloso dalla nostra stessa intelligence e di averlo fermato. Essere contento di mostrare agli altri popoli il proprio valore. Il Governo è sempre pronto ad esaltare le nostre forze dell’ordine quando si tratta di interventi, anche poco rilevanti, sul territorio, poi decide di render vano il coraggio e la tempestività con cui la Digos ha catturato un delinquente del genere?
Meloni, Nordio e Piantedosi indagati come rappresaglia di una certa magistratura, contraria alla Riforma della Giustizia. Poniamo che sia vero (e noi non lo crediamo). Aprire una discussione su questo può essere sensato, ma cosa cambia rispetto alle responsabilità del Governo riguardo la scelta presa in precedenza su Almasri? Sono due eventi correlati, ma distinti. Il fatto di mettere tutto nello stesso pentolone non è altro che un tentativo di intorbidire le acque. Se non ci fosse stato nessun atto a procedere nei confronti dei Ministri e della Presidentessa del Consiglio, il generale (e criminale) libico ora non si troverebbe ugualmente beato a godersi la libertà nel suo Paese?
Il Procuratore Capo di Roma, Francesco Lo Voi, ha compiuto un atto voluto e non dovuto. Diversi esponenti della maggioranza affermano che l’atto d’iscrizione nel registro degli indagati, con la successiva comunicazione agli interessati, da parte di Lo Voi, è un atto voluto, quindi eseguito al fine di colpire il Governo. Secondo loro il Procuratore gode di una certa discrezionalità, che gli avrebbe consentito di cestinare, o infilare in un cassetto, l’esposto giunto al suo ufficio. La maggior parte dei magistrati, anche quelli vicini alle correnti di destra, dichiara invece che il dar seguito all’esposto sia un atto dovuto. Noi, da comuni cittadini, siamo convinti che il Procuratore abbia fatto semplicemente la cosa giusta, ma non ci sentiamo in grado di dire se sia stato un atto voluto o dovuto. Siamo altresì certi che l’atto del Governo di “salvare” Almasri (ma non le sue future vittime) sia assolutamente voluto. Di certo una scelta motivata (e ne parleremo nei prossimi articoli), presa non con l’obiettivo di permettere nuovi crimini, ma facendo altre valutazioni. Pensiamo che Meloni, Nordio e Piantedosi abbiano preso la decisione con grande sofferenza e in grandissima difficoltà, perché al di là della parte politica, esistono le doti umane. Tuttavia, pur rispettando il loro travaglio, riteniamo la loro posizione politica e il loro modo di porsi nei confronti delle Istituzioni, nazionali e internazionali, del tutto inaccettabili.
Continua…
Foto in evidenza di Jon Tyson su Unsplash
By SACANDRO

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