Partiamo dalle informative dei Ministri in Parlamento.
Il Ministro della Giustizia Nordio afferma chiaramente che: in data 18 gennaio la Corte Penale Internazionale emette il mandato d’arresto nei confronti del Generale libico Almasri per crimini contro l’umanità; il 19 gennaio la Digos di Torino esegue l’arresto; il 20 gennaio il Procuratore Generale di Roma gli trasmette il carteggio; il 22 gennaio, mentre il Ministero ha ancora in esame la richiesta, la Corte d’Appello di Roma ordina la scarcerazione; il 28 gennaio viene consegnata l’informativa che lo vede indagato per favoreggiamento e omissione di atti d’ufficio.
Il Ministro dell’Interno Piantedosi afferma che il Governo ha rimandato a casa Almasri non per un ricatto rispetto ai flussi migratori, ma a tutela della sicurezza dello Stato e dell’ordine pubblico per il profilo di pericolosità che presenta il soggetto. A Piantedosi appare chiaro (dopo la mancata convalida dell’arresto) che Almasri potrebbe rimanere a piede libero per un periodo indeterminato. Fatto non compatibile con il suo profilo di pericolosità sociale, come emergeva dal mandato di arresto e dalle risultanze dell’Intelligence e delle Forze di Polizia. Da qui, il 21 gennaio, adotta un provvedimento di espulsione per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato.
Come avrete potuto notare anche voi, i conti non tornano, ma andiamo per gradi…
A quanto pare, la Corte d’Appello decide per la scarcerazione a causa della mancata risposta da parte di Nordio entro quelli che dovrebbero essere i tempi previsti. Ok, due giorni sono pochi, ma si tratta di crimini orribili, tra cui omicidi, torture e stupri, uno dei quali addirittura su un bambino di 5 anni. Inoltre si tratta di un mandato emesso da un organo internazionale. Quindi, nei giorni successivi agli eventi sopra riportati, Governo ed esponenti di maggioranza cercano di giustificare il ritardo.
Per prima cosa viene fatto notare che Il mandato d’arresto è scritto in inglese senza alcuna traduzione. Scusa che non intendiamo neanche commentare per il rispetto dovuto all’argomento.
Come secondo alibi, Nordio definisce complesso il carteggio, su cui dover meditare anche coinvolgendo gli atri organi dello Stato. Insomma, ci vuole più tempo per potersi esprimere riguardo ad esso. E noi, facendo appello alla nostra ingenuità sopita, potremmo anche crederci, se gli interessati non si smentissero da soli. Nordio, durante l’informativa in Parlamento, addirittura si vanta di aver rilevato da subito alcune incertezze riguardo alle date dei reati commessi e ad altre imprecisioni. Quindi, ci pare ovvio pensare che il contenuto della documentazione gli fosse ben chiaro. E che abbia avuto tutto il tempo di confrontarsi almeno con il Ministro dell’Interno, come dice chiaramente lo stesso Piantedosi.
Il Ministro Piantedosi, in Parlamento, afferma di essere a conoscenza della pericolosità di Almasri, anche grazie all’Inteligence e alla Forze di polizia, oltre che al contenuto del mandato della CPI, che quindi ha ben chiaro già in data 21 gennaio, quando adotta il provvedimento di espulsione, deciso prima della scarcerazione, avvenuta il giorno dopo. Dichiarazioni che sembrano confermare le accuse di aver fatto preparare il volo di Stato per il rimpatrio del generale libico, in anticipo rispetto alla scarcerazione.
E ci si vuol far credere che la scelta di lasciare Almasri libero e al sicuro in Libia non sia stata una scelta politica?
Continua… https://itidealia.com/2025/02/13/quello-del-governo-su-almasri-un-atto-voluto/
Foto in evidenza di eskay lim su Unsplash
By SACANDRO

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