Ieri sera, presso il Circolo “Germontari” di Ancona, si è svolto l’incontro pubblico “Gaza, per non rimanere in silenzio”, organizzato da “Altra Idea di Città”. L’evento ha avuto la duplice funzione di sensibilizzare la popolazione riguardo alla situazione israelo-palestinese e di raccogliere fondi da destinare alla popolazione di Gaza. Scopi raggiunti pienamente attraverso la conferenza pomeridiana e la successiva cena con menù tipico della cucina palestinese.
LA CONFERENZA. Sono intervenuti come relatori: Ammar Hamadneh, architetto italo-palestinese, attivista per l’autodeterminazione del popolo palestinese; il noto giornalista Samir Al Qaryouti, corrispondente da Roma per varie testate arabe e occidentali; Patrizia Cecconi, scrittrice e attivista per i diritti umani. Tre contributi di estremo valore, che hanno saputo dipingere un quadro dettagliato sotto molti aspetti, compreso quello legato alla manipolazione delle informazioni compiuta ad arte dal giornalismo “controllato” occidentale.
IL MESSAGGIO DI HAIA. La discussione si è conclusa con l’intervento di Haia Shteiwi, studentessa universitaria. La giovane palestinese ha saputo offrirci una rapida ed emozionante “lettura” degli eventi. La sua voce, decisa e tremante al tempo stesso, è stata, pur senza raccontare il dolore, capace di trasmettere la fiera (anche se terribile) sofferenza di un popolo. Un popolo logorato, tradito, massacrato e umiliato, a cui non sono riusciti, e mai riusciranno, a togliere la dignità del proprio essere.
LA CENA. Un momento di convivialità unico, avvolto nel fascino di una serata che dà un senso alla speranza. Abbiamo difficoltà a scrivere queste parole, perché il pensiero vola inevitabilmente a chi vive nel dramma. A fine cena, un bambino, dopo essersi improvvisato attento “cameriere” per qualche ora, si è addormentato su una sedia. Lo osserviamo per un po’. Chissà cosa sta sognando… Che sia palestinese, italiano, ebreo, che si trovi ovunque nel mondo, quale diritto hanno degli scellerati adulti di rubare i suoi sogni? E mentre facciamo questa riflessione, una delle “cuoche” (queste tutt’altro che improvvisate a giudicare dalle delizie messe in tavola), anch’essa palestinese, ci sorride passando. Un sorriso che spiazza, un sorriso che crea un’intesa che percepisci subito come indissolubile. Un legame che va oltre ogni confine, in un Paese dove il Presidente del Consiglio definisce equilibrata la scelta di astenersi all’ONU su un “cessate il fuoco” che potrebbe salvare migliaia di bimbi innocenti. Un contrasto di sensazioni ingestibile dal cuore, ma che spinge la mente alla consapevolezza di dover fare di più. Per la Palestina e per un mondo migliore. Una visione e un principio per i quali, nonostante tutto, vale ancora la pena lottare!



By SACANDRO
