GAZA: PRIMA APERTURA A RAFAH E TAGLI CESAREI SENZA ANESTESIA

Una prima “timida” apertura al valico di Rafah, unico ingresso non controllato da Israele per Gaza, autorizzata dall’Egitto, che ha consentito, secondo l’OMS, a 81 persone il passaggio per cure (alcuni palestinesi feriti, stranieri e detentori di doppia nazionalità). Da alcuni giorni è consentita l’entrata controllata nella Striscia di Gaza di un numero molto esiguo di camion con acqua, cibo e medicinali, per forniture neanche lontanamente sufficienti. Non è permesso far entrare carburante, che con il taglio totale dell’energia elettrica risulta essere l’unico strumento per far funzionare attrezzature salvavita. Oltre ai civili feriti dai bombardamenti (molti dei quali bambini), ci saranno migliaia di persone morte per non aver potuto usufruire di dialisi renale, terapie anti-tumorali, cardivascolari, contro il diabete, ecc… L’OMS ha ribadito che l’evacuazione degli ospedali rimasti “operativi” (per così dire) risulta impossibile per molti pazienti. I cesarei in urgenza si eseguono senza anestesia per mancanza di forniture mediche ed energia elettrica, mentre i medici si adoperano per far nascere bimbi prematuri da madri morenti. Non è possibile fare una stima certa, ma sono centinaia i bambini e i ragazzi dispersi sotto le macerie, morti o intrappolati in attesa di morire.

Philippe Lazzarini, Commissario Generale dell’UNRWA, ha confermato che tra le vittme a Gaza ci sono anche 70 membri, operatori umanitari, dell’agenzia delle Nazioni Unite, e altri feriti. Il portavoce Stephane Dujarric ha riferito che sono stati autorizzati a uscire circa 500 titolari di passaporto straniero”, aggiungendo che l’accesso dentro e fuori l’enclave ha consentito all’ONU di ruotare parte del suo personale, che lavora senza sosta dall’inizio della crisi.

Fonte: Agenzie delle Nazioni Unite

Foto in evidenza di Nathan Dumlao su Unsplash

By SACANDRO

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