La televisione italiana parla, per lo più genericamente, di scontri in Cisgiordania e della possibilità di escalation della violenza, ma pensiamo sia necessario fare maggiore chiarezza, ora! Non dopo un’eventuale reazione palestinese che possa in qualche modo giustificare l’intervento militare massiccio del governo israeliano agli occhi dell’opinione pubblica. L’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha comunicato, ieri, che a partire dal 7 ottobre, in Cisgiordania sono stati uccisi 115 palestinesi, tra cui 33 bambini. Tra il 26 e il 28 ottobre sono stati segnalati diversi episodi di violenza da parte dei coloni contro i palestinesi che raccoglievano le olive. Le operazioni delle forze israeliane (ISF) hanno causato vittime palestinesi anche nei campi profughi di Jenin e Qalqilya. Le autorità israeliane continuano a imporre severe restrizioni alla circolazione e all’accesso in tutta la Cisgiordania, tagliando fuori intere città e comunità palestinesi dalle strade principali. Dal 7 ottobre, quattro comunità di rifugiati sono in totale isolamento e coprifuoco, con accesso limitato o nullo ai servizi di base. La scuola maschile dell’UNRWA a Hebron H2 rimane chiusa a causa delle restrizioni di accesso e movimento e dei rischi significativi dovuti alla violenza dei coloni. Lo scenario sembra portare la popolazione a non riconoscersi più nell’azione di Abu Mazen, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, e la rabbia cresce inevitabilmente. Ancora una volta ci chiediamo come si può pensare che persone a cui vengono uccisi figli e familiari in questo modo, possano ancora fidarsi di una diplomazia che non ha mai ottenuto veri risultati, anziché affidarsi a chi soffia sulla brace della rabbia per accendere la fiamma dell’odio.
Va precisato che la morte più orrenda in Cisgiordania era presente anche prima del 7 ottobre. Il 18 settembre scorso, “Save the Children” annunciava l’orribile record di 38 bambini palestinesi uccisi dalle forze israeliane nel 2023 nella Cisgiordania occupata. Numero drammatico che si va a sommare ai 6 bambini israeliani assassinati nello stesso periodo.
Foto in evidenza di Jakob Rubner su Unsplash
By SACANDRO
Fonti: Nazioni Unite e Save The Children

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