Ieri, Giorgia Meloni ha affermato che l’astensione dell’Italia all’ONU sulla tregua umanitaria a Gaza corrisponde a una posizione equilibrata, e che abbiamo mezzi pronti per portare aiuti a Gaza. Prima di esprimere le nostre opinioni in merito pensiamo sia necessario chiarire alcuni fatti.
Come si è arrivati alla votazione in Assemblea Generale. Gli Stati membri del Consiglio di Sicurezza non sono riusciti a raggiungere un accordo su quattro progetti di risoluzione precedenti, tanto che per sbloccare la situazione si è giunti a convocare l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il Consiglio di Sicurezza ONU ha la responsabilità di mantenere la Pace e la Sicurezza Internazionale e anche quello di promuovere il rispetto dei Diritti Umani; è costituito da 15 Stati, 5 dei quali membri permanenti (Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti) con “diritto di veto” e 10 membri eletti a ciclo per mandato. Una Risoluzione, per essere approvata, ha bisogno di almeno 9 voti favorevoli. Il 16 ottobre il Consiglio ha votato una proposta della Russia che chiedeva un “cessate il fuoco umanitario”, il rilascio di tutti gli ostaggi, l’accesso agli aiuti e l’evacuazione sicura dei civili, ma la risoluzione NON è passata: cinque voti a favore (Cina, Gabon, Mozambico, Russia ed Emirati Arabi Uniti), quattro contrari (Francia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti) e sei astensioni (Albania, Brasile, Ecuador, Ghana, Malta e Svizzera). Due giorni dopo si è votata la proposta del Brasile che prevedeva una “Pausa Umanitaria” per consentire un accesso sicuro alle Nazioni Unite per fornire aiuti salvavita agli abitanti di Gaza. Questa volta i voti sono stati 12 a favore con 2 astensioni (Russia e Regno Unito) e la risoluzione sarebbe passata con larga maggioranza, se gli Stati Uniti non avessero deciso di avvalersi del diritto di veto, con il loro unico voto contrario, bloccandone l’applicazione. La contrarietà alle due proposte è stata motivata dalla mancata menzione di condanna ad Hamas e dalla mancata menzione del diritto di Israele all’autodifesa. Nei giorni successivi altre due proposte hanno avuto riscontro negativo. La prima, degli Stati Uniti, ha trovato il veto da parte di Cina e Russia, l’altra, sostenuta dalla Russia, non ha raggiunto la maggioranza con 9 astenuti. Questa volta entrambi i testi condannavano gli attacchi terroristici di Hamas, ma nel primo caso si attestava il diritto di Israele ad attaccare per autodifesa, nel secondo la cancellazione dell’ordine israeliano di evacuazione per i civili verso sud. Insomma, mentre i grandi (piccoli) della Terra litigavano per la forma, la popolazione civile continuava ad essere uccisa senza vie di scampo.
Assemblea Generale delle Nazioni Unite: La situazione di stallo sopra descritta ha portato alla convocazione dell’Assemblea Generale, che ha adottato, venerdì scorso, con 121 voti favorevoli, 14 contrari e 44 astenuti, una risoluzione che prevede una “tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata che porti alla cessazione delle ostilità” e che si rispettino gli obblighi delle leggi internazionali, dei diritti umani e sulla protezione dei civili. La votazione ha superato la maggioranza dei due terzi prevista. Tra gli astenuti l’Italia e tra i contrari gli Stati Uniti che in Assemblea (come gli altri) non hanno potere di veto.
Le nostre considerazioni: 1) Il governo israeliano non rispetterà la risoluzione, visto che in passato non ne ha osservate diverse e viste le dichiarazioni dell’ambasciatore Gilad Erdan: “Siamo tutti testimoni del fatto che l’ONU non detiene nemmeno un grammo di legittimità” – “Questo è un giorno buio per le Nazioni Unite e per l’umanità. Israele si difenderà e farà ciò che è necessario per sradicare le capacità di Hamas e riportare a casa gli ostaggi”. Non siamo neanche convinti che l’ONU abbia la coesione necessaria per prendere le giuste e coraggiose decisioni rispetto alla probabile inadempienza di Israele. 2) Il governo italiano non ha fatto una scelta equilibrata, ma ha assunto semplicemente la posizione da “allineati e coperti” sotto la linea statunitense, come da troppo tempo si sta facendo al di là del colore politico. La “frasetta” del siamo pronti ad aiutare è la scusa che può essere usata dai sostenitori in difesa della Meloni. 3) E’ deprimente vedere come le potenze mondiali o ex coloniali e i loro stati vassalli, siano succubi di politiche egoistiche e d’interesse anche dinnanzi a una tragedia enorme e immonda come quella di Gaza. Noi possiamo solo dire che quando i bambini muoiono per mano degli adulti, siano loro israeliani o palestinesi, gli adulti non coinvolti dovrebbero preoccuparsi di fermare la follia all’istante. Invece c’è chi non ha neanche il minimo coraggio di votare all’ONU una risoluzione, tra l’altro non vincolante, per un cessate il fuoco umanitario. L’unica parola possibile è “vergogna”, ma è ovvio che questi “signori” non ne conoscano il significato.
Foto in evidenza di Gayatri Malhotra su Unsplash
By SACANDRO

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