SEI PALESTINESE, COSA FAI?

Solo qualche breve riflessione, delle tante che si potrebbero fare, sull’attuale scenario israelo-palestinese e soprattutto su come questo viene posto alla nostra attenzione dal grosso dei cosiddetti mezzi d’informazione e da gran parte dei politici italiani.

La democrazia occidentale. In alcune trasmissioni televisive si è detto che l’Italia deve sostenere Israele, perché quella che si sta svolgendo in Palestina è una guerra contro la democrazia occidentale. Israele, nel tempo, ha occupato illegalmente territori palestinesi reprimendo con la forza ogni tipo di resistenza da parte dei legittimi proprietari; ha violato più volte il diritto internazionale e i diritti umani, come dimostrano le numerose condanne delle Nazioni Unite (che non si sono però quasi mai trasformate in atti concreti, perché Israele forse non è come gli altri); ha disatteso decine di risoluzioni dell’ONU come niente fosse; ha negato ai palestinesi diritti fondamentali che dovrebbe avere ogni essere umano, come quelli riguardanti la Striscia di Gaza di cui parleremo più avanti; ha causato migliaia di morti tra i civili, molti dei quali bambini (solo nella guerra dei 50 giorni nel 2014, secondo il report ufficiale delle Nazioni Unite, sono morti 73 israeliani di cui 68 soldati e 2251 palestinesi di cui 1462 civili https://www.ohchr.org/en/hr-bodies/hrc/co-i-gaza-conflict/report-co-i-gaza); ha eseguito continui arresti e detenzioni arbitrari. Alla luce di questo possiamo tranquillamente dire che se Israele rappresenta un baluardo della democrazia occidentale, essa va ripensata totalmente.

Il blocco sulla Striscia di Gaza. Molti hanno parlato del blocco applicato dal governo Netanyahu a Gaza definendolo orribile, ma associando la decisione allo stato attuale di guerra, che in qualche modo tende (per i più cinici) a giustificare la scelta. In realtà si sono spesso dimenticati di dire che la Striscia di Gaza subisce da 16 anni un blocco da parte di Israele che la rende di fatto una “prigione a cielo aperto”. Veramente in pochi, degli eruditi politici e giornalisti italiani, sembrano averlo notato prima. Chissà, forse bisognava aspettare un momento che potesse in qualche modo renderlo accettabile. Da diverso tempo circola in rete una petizione della “Oxfam” (https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/), organizzazione che opera in tutto il mondo e da 50 anni in Israele e Palestina. Il blocco illegale, già prima dell’attacco di Hamas, limitava o impediva del tutto l’ingresso di materiale igienico-sanitario a Gaza. Nella Striscia solo il 4% della popolazione aveva accesso ad acqua potabile, che per il resto risultava contaminata e causa del 26% delle malattie infantili; il 64% della popolazione viveva nell’insicurezza alimentare; non si consentiva liberamente l’entrata e l’uscita di persone e merci e c’erano restrizioni ai palestinesi per coltivare le proprie terre. Era questa la situazione, già da prima!

Però molti palestinesi sostengono Hamas. Ci è capitato di sentire un noto direttore di giornale dire che una buona parte della popolazione di Gaza sostiene i “terroristi”. Questa tesi va affrontata con attenzione, perché potrebbe voler giustificare il massacro di civili, donne e bambini, già in atto. A questo punto ti chiediamo di fare uno sforzo e di rispondere alla domanda che segue. Sei Palestinese, vivi a Gaza da tanto tempo, hai perso tuo figlio, non importa se per un proiettile, una malattia da acqua contagiata o il crollo di un palazzo bombardato. Tuo padre fu arrestato quando si oppose ai coloni illegali e non l’hai più visto. Tua figlia piange per la fame, ma speri non abbia la febbre perché non è facile reperire medicine. La rabbia è tanta, questo è sopravvivere, non vivere. Pensi sempre che quei politici palestinesi moderati riescano ad ottenere qualcosa con il dialogo, ma non è così e quando l’ONU tuona, poi non piove. Cosa fai? Hamas ti fa l’occhiolino e la tentazione c’è, ma sai che è sbagliato e dici no. Quindi cosa fai?

Foto in evidenza di Mohammed Ibrahim su Unsplash

By SACANDRO

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