Il giornalismo televisivo e i politici non parlano di Africa tutti i giorni, ma tutti i giorni il continente africano viene sfruttato dai Paesi ricchi, dalle multinazionali, dai grossi apparati capitalistici e finanziari del mondo che conta. L’Africa è un immenso affare e poco importano le condizioni di vita a cui vengono costretti i popoli, quindi sccchhh! …tutti zitti che la verità è scomoda.
Allora quando si può parlare di Africa? Quando c’è un colpo di stato, se il colpo di stato non viene organizzato dall’occidente democratico e pieno di buone intenzioni, ovviamente.
Quando il colpo di stato rovescia un governo amico dei poteri occidentali e in particolar modo, nel caso del Niger, amico della Francia, invece se ne può e se ne deve parlare… Trasmissioni televisive farcite di opinionisti, politici ed esperti, ma guarda caso quasi mai un africano a dire come la pensa il popolo. Certo, quando serve, magari se ne invita uno esaltato che possa avvalorare le tesi di casa nostra con un atteggiamento sopra le righe, quindi funzionale alla volontà di orientare il pensiero di chi sta ascoltando.
Questo succede in parte anche quando si parla di immigrazione: slogan facili, frasi ad effetto nei tempi giusti e nel momento clou l’uso della voce con toni alti e decisi per dare importanza a frasi senza valor di logica.
In questo articolo troverete qualcosa di molto diverso. Troverete le nostre video-interviste aggiornate di volta in volta. Buona visione.
Ringraziamo tutti gli intervistati per la disponibilità e la gentilezza.
Foto in evidenza di James Wiseman su Unsplash
By SACANDRO
