MANESKIN. UN GRANDE MERITO, MA…

Oggi abbiamo deciso di spendere due parole sul “fenomeno Maneskin”. La band che da tempo suscita dibattiti agguerriti soprattutto nei social. Non è nostra intenzione elargire giudizi riguardo alle capacità tecniche o alle qualità artistiche del gruppo rock (finalmente made in Italy). Vogliamo invece soffermarci su due aspetti che riteniamo importanti per il forte impatto che hanno, o che potrebbero avere, sui più giovani. Per quanto la musica dei Maneskin possa piacere o no, attribuiamo loro un grande merito: in un periodo storico nel quale emergono cantanti con attributi canori falsati da autotune e musicisti che si caratterizzano nello sviluppare tracce computerizzate, avere artisti con grande seguito che avvicinino i più giovani all’utilizzo degli strumenti musicali “tradizionali” è confortante. Ovviamente rispettiamo le nuove modalità e le diverse tipologie di genere musicale che si stanno sviluppando, soltanto non vorremmo che queste appiattissero il panorama artistico come sembra avvenire in Italia. L’altro aspetto del “fenomeno Maneskin”, che invece ci lascia perplessi, riguarda le continue esternazioni, a parer nostro fuori luogo, del loro front-man in eventi pubblici o nei concerti. Ci riferiamo in particolare alla posizione politica espressa nei confronti della guerra in Ucraina. Espressioni sotto forma di slogan che non spingono i ragazzi a una riflessione sugli accadimenti in atto, ma puntano il dito offrendo un nemico anziché auspicando la pace a prescindere. Alcune testate hanno riportato parole di Damiano che avrebbe chiesto ad altri artisti di non essere “paraculi”, ma di esporsi come hanno fatto loro. Vorremmo dire a Damiano & Co, che gli artisti paraculi sono proprio quelli che cavalcano il pensiero dominante ricevendo così garanzie dal sistema.

Gli artisti coraggiosi sono invece quelli che hanno l’audacia di opporsi a questo pensiero, non con slogan, ma articolando una discussione approfondita capace di stimolare riflessioni personali e l’interesse a saperne di più. Forse dovrebbero imparare da artisti ben più grandi di loro come Bob Dylan, Roger Waters o magari Jorit. Siamo sicuri che avranno tempo di crescere. Nel frattempo speriamo che vengano ascoltati per le loro lodevoli produzioni artistiche e non per altro. D’altronde la nostra è solo una opinione.

Foto in evidenza di Walberg Carvalho da Pixabay

By SACANDRO

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