Nel 1865, un gruppo di giovanotti fonda il Nottingham Forest, una delle squadre di calcio più antiche al mondo. Il colore sociale, e della maglia, è il “Garibaldi Red”, in onore di Giuseppe Garibaldi e soprattutto delle imprese portate a termine dalle sue “camicie rosse”. Tra storia e leggenda, anche la figura di Robin Hood, forte del suo stretto legame con il territorio, si mescola all’assetto identitario del neonato club calcistico. La società del Nottingham Forest ha già una connotazione chiara, quindi, rispetto anche alla propria rappresentanza popolare, d’altronde per un lungo periodo storico, in molti Paesi, il connubio tra visione politico-sociale, organizzazioni sportive e tifoserie locali è stato molto forte. Un genuino senso di appartenenza che il tempo e la stupidità di alcuni, hanno spesso trasformato in un fenomeno antisportivo (ma questa è un’altra storia).

I suoi primi ottanta anni. La prima partita ufficiale del Nottingham Forest ha luogo l’anno seguente, in una “stracittadina” contro il Notts County, squadra che si ritiene sia la più antica di quelle ancora in attività. Nel 1898 vince la sua prima FA Cup, ma dovrà aspettare il 1959 per tornare a vincere qualcosa (la sua seconda FA Cup), dopo anni di alti e bassi che la vedranno scendere fino alla terza divisione.
Si entra nella storia. Il 6 gennaio 1975, il Nottingham Forest milita in seconda divisione con risultati non eccellenti e dopo la sconfitta nel derby casalingo, la società decide di chiamare Brian Clough alla guida della squadra. Clough è stato da poco esonerato dal Leeds United dopo soli 44 giorni di permanenza. Dicono che abbia un caratteraccio e lui non fa nulla per dimostrare il contrario. Si dichiara convintamente socialista e questo ben si inserisce nel contesto di una contea dove il comparto economico e le lotte dei lavoratori ruotano intorno al grosso bacino minerario che vede all’orizzonte il suo declino. Tuttavia, inizialmente Brian Clough non è visto di buon occhio dalla tifoseria, soprattutto per i suoi anni passati al Derby County, rivale storico dei “Garibaldi Reds”, di cui lui si definisce anche tifoso. Malumori che durano poco. Il Nottingham Forest torna nella massima serie nel 1977 e il miracolo si compie nel 1978, quando la squadra, da neo promossa, vince il campionato inglese.


Sul tetto d’Europa. Nel 1979 l’impresa di vincere il campionato per la seconda volta non riesce, ma arriva il record di 42 incontri senza sconfitte e soprattutto l’incredibile conquista della Coppa Campioni. Oltre alle due coppe di lega, il Forest porta a casa la supercoppa europea battendo il Barcellona l’anno successivo e nonostante non brilli in campionato, arriva ad alzare al cielo, per la seconda volta, la Coppa Campioni, sconfiggendo in finale il temibile Amburgo. Tre anni di favola assoluta che si consumano rapidamente, ma lasciano un segno indelebile nella storia del calcio. Negli anni a seguire ancora due trionfi in Coppa di Lega, poi la sofferta retrocessione nel 1993 che segna la fine dell’era Clough.
Tempi peggiori. Da allora le frecce degli arcieri del Nottingham Forest non raggiungono bersagli importanti, se non le promozioni a serie superiori in rimedio a precedenti retrocessioni che negli anni l’hanno vista cadere fino alla terza serie inglese. Di Brian Clough, morto nel 2004, rimane, oltre agli straordinari risultati sportivi, una statua non molto lontana da quella di Robin Hood, forse per ricordare che ci sono diversi modi per “rubare ai ricchi e dare ai poveri”.



Unica al Mondo. Il Nottingham Forest è l’unica squadra al mondo ad aver vinto più Coppe dei Campioni (ora Champions League) che campionati nazionali. Ed è anche l’unica squadra al mondo ad aver vinto la Coppa Campioni ed essere, negli anni seguenti, retrocessa fino alla terza divisione.
Foto di YANN FINIDORI
By SACANDRO
