IL GIOCATORE DI RUZZOLA

La strada, asfaltata e fuori dal centro urbano. Una lingua tortuosa che taglia il paesaggio tra le campagne assolate. Lasci cadere il borsone a terra, ti accovacci su di esso prima di aprirne la “zip” e infilare la mano che sceglie quella più adatta alla situazione, quella fatta di legno più morbido o più rigido, quella di poco più stretta o più larga là dove i millimetri possono fare la differenza, quella più pesante o più leggera perché il vento può giocare a tuo favore oppure un sasso può farla saltare via… La tiri fuori, la guardi, e pensi: “Si! Questa è quella giusta!”. E’ lei la regina di questa domenica mattina. Lei è la Ruzzola! Per quanto tu possa spingerla con forza e precisione, gli sguardi attenti della folla la seguiranno dimenticandosi di te, che raggiunga la vittoria o ceda alla sconfitta. Legato al dito, oppure al polso, hai uno spago lungo quanto serve a far quello che farai, ma ti accorgi che le fibre di cui è composto non sono abbastanza compatte, quindi rovisti nella tasca più piccola della borsa ed estrai una pelle arrotolata e irrigidita dal tempo. La dispieghi con cura fino a scoprirne la resina contenuta che chiami “pece”. Lo spago assume compattezza quando lo strofini su di essa. Parenti, amici, avversari, tifosi, si defilano ai bordi della carreggiata lasciando spazio al tuo cammino. In terra, un folto ciuffo d’erba è stato calpestato con vigore tanto da lasciare un segno sull’asfalto. Lo raggiungi, poi torni indietro contando la distanza che ti riporterà da lui, perché quello è il limite oltre il quale non potrai andare prima di aver lasciato la ruzzola al destino che l’attende. Con una mano tieni quel pezzo di legno che può regalarti la gloria di cui vai in cerca, con l’altra avvolgi lo spago, lungo la circonferenza che gli dà forma. Sei pronto. Il brusio dei presenti lascia spazio al silenzio, alzi gli occhi, e lontano dove la strada curva, scorgi un compagno di squadra che, con le braccia al cielo, prova a farsi notare indicandoti dove dovrebbe passare la ruzzola affinché possa arrivare lontano. Sarebbe bello oltrepassare quel gomito d’asfalto evitando di farla cadere nel fosso all’esterno, ma devi fare attenzione a non piegare troppo la sua corsa verso l’interno, evitando che il suo incedere muoia all’impatto col greppo. Rompi gli indugi. Prima piccoli passi, poi l’allungo, la corsa e il lancio. Il fiato sospeso, mentre lei, altezzosa protagonista di questo film, si allontana girando velocemente su se stessa. Come finirà? Ci saranno vincitori e sconfitti, gioa e delusione, ma quelli che di sicuro non mancheranno, sono vino e panini, tra abbracci e sfottò.

Ok, lo sappiamo, per chi non dovesse conoscere lo straordinario sport tradizionale del “Lancio della Ruzzola”, questo articolo rappresenta un racconto difficile da comprendere, quindi, per i più curiosi, inseriamo qua sotto il link informativo della FIGeST e il video di un campionato italiano di qualche anno fa.

Foto di Mauro Cardinali

By SACANDRO

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