C’È IN GIRO UN’ALTRA RAZZA – MARCO CONIDI

Inizio anni novanta, ci troviamo a Sarnano, una piccola cittadina nelle zone montane del maceratese. Siamo ancora dei ragazzini e non ci entusiasma troppo l’idea di vedere artisti come Mia Martini o Alberto Fortis, di cui capiremo l’enorme spessore artistico solo in età più avanzata. Una serata piovosa, con le scarpe che affondano nel fango quando Flavia Fortunato, Ramona Dell’Abate ed Andy Luotto aprono sul palco lo spettacolo del nuovo cantagiro. Il bel concertone, pur con tanti interpreti, non stuzzica le nostre inquietudini adolescenziali, ma quando la delusione sta per prendere il sopravvento sale sul palco un giovane dai capelli lunghi e neri con giubbotto e chitarra. Inizia a cantare: “È una notte di pioggia ed è San Valentino, con il cielo che lava le bestemmie in città…”. Il titolo della canzone è “La porta del cielo”. Rimaniamo ad ascoltarla con stupore, il testo e la musica compongono un albero le cui radici affondano nel nostro cuore. Una storia triste, quella del tossicomane Luigi e della compagna Marta che alla fine sceglie una vita migliore nonostante l’amore, o forse proprio grazie all’amore di lui. Il nome del cantante è Marco Conidi. Tre anni più tardi arriva nelle nostre mani il suo disco: “C’è in giro un’altra razza”, nella riedizione che comprende anche la canzone “Non è tardi” portata a Sanremo dal cantautore romano che in passato scrisse anche “Paura di vivere” per Paola Turci.

Comprammo la musicassetta per poter ascoltare e riascoltare quelle canzoni nelle auto dei nostri amici già patentati. Canzoni che parlavano di noi. Canzoni che affrontavano tematiche importanti come il rapporto con le droghe, la voglia di riscatto, il dolore della perdita e quella rabbia legittima che caratterizzava la nostra generazione. Canzoni per noi, che ci sentivamo così dannati e incompresi anche se forse non lo eravamo veramente. Da “Mr Brown” a “La rivoluzione del 93”, da “Mani chiuse” ad “Amati di più”. Canzoni che sentivamo dentro mentre guardavamo il mondo da fuori, pensando che non fosse il nostro, con la speranza di poterlo cambiare e comunque convinti che non sarebbe riuscito a cambiare noi. Dopo il 2010 abbiamo potuto vedere Marco Conidi anche nel ruolo di attore, in serie televisive di successo e in diverse pellicole cinematografiche. La sua produzione discografica è proseguita per anni, ma non ha mai raggiunto la fama dei grandi cantanti. Tuttavia quel disco rimane la colonna sonora di momenti unici per alcuni di noi. Noi che in fondo ci sentiamo ancora maledetti, con i nostri sguardi persi in una macchina che va.

By SACANDRO

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